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Ligue 1 – La pioggia ferma il PSG, il Marsiglia accorcia a -5. Lione, è il filotto giusto? Stasera di nuovo in campo

Quattro vittorie consecutive, cinque nelle ultime sei. Non servono particolari statistiche per leggere il momento dell’Olympique Marsiglia ed eleggere, ça va sans dire, la squadra di André Villas-Boas come la principale accreditata al ruolo di anti-PSG. Il 2-1 sul Brest (in gol Sarr e Radonjic) ha evidenziato, una volta di più, la luna di miele tra squadra e tifoseria, in un Vélodrome carico di entusiasmo al solo pensiero di poter tornare a battagliare per un posto in Champions League, il resto l’ha fatto la squadra, “perfetta sotto tutti i punti di vista” nelle parole dell’ex tecnico del Tottenham a fine partita, e capace di dominare in lungo e in largo la matricola bretone (34 tiri tentati dall’OM, 10 nello specchio, record per la Ligue 1 a partire dal 2013), molto più di quanto raccontato dal vantaggio minimo nel tabellino al 90′. Più del distacco dalla capolista, comincia ad essere di rilievo quello sul terzo (e quarto) posto, ossia la differenza tra una stagione da comprimari e una “da OM”: in questo senso, quattro punti, a questo punto del campionato, sembrano una rassicurazione oltre che un’assicurazione importante, che necessita però di quelle conferme nel lungo periodo che troppo spesso sono mancate nelle ultime stagioni.

Con il posticipo Monaco-PSG rinviato causa maltempo nel Principato, l’OM guarda con speranza a quei cinque punti, se pur virtuali, che la separano dalla vetta mentre in casa della capolista, il turno off è servito per provare a ricaricare le pile dopo il pareggio del Bernabeu contro il Real Madrid, possibilmente eliminando qualche scoria Champions emersa durante il match.
Conferme che va cercando anche il Bordeaux, cui non basta una magia del nigeriano Josh Maja (tacco “à la Crespo” su cross dalla destra di Tchouaméni) per superare il Reims allo stade Auguste Delaune: squadra lontana dai principi tattici di Paulo Sousa, almeno a sentire le parole dell’ex tecnico della Fiorentina, quasi costantemente in balìa dell’avversario, il (meritato) pareggio di Dia in pieno recupero (minuto 93) ha cancellato le speranze di aggancio alla zona Champions da parte dei girondini.

Torna a rialzare la testa il Nizza, dopo aver vinto soltanto una volta negli ultimi due mesi. All’Allianz Riviera contro la rivelazione Angers, Les Aiglons vanno subito sotto (Fulgini a metà primo tempo) ma riescono a ribaltarla grazie a Myziane Maolida, classe ’99 prodotto del vivaio OL alla seconda stagione in Costa Azzurra: suo l’assist per l’1-1 di Lusamba poco dopo la mezz’ora, suo il gol del sorpasso in avvio di ripresa, prima che Kasper Dolberg chiudesse definitivamente i conti con il secondo centro consecutivo, dopo l’inutile griffe dell’1-2 al Parc OL lo scorso weekend. E mentre Vieira non chiude le porte ad un futuro sulla panchina dell’Arsenal (“non ho mai detto di voler lasciare Nizza, ma ci sono cose che non si possono controllare”), i rossoneri riprendono quota in una classifica decisamente corta, tra chi sogna l’Europa e tiene a bada la zona calda.

Una situazione che sembra aver superato il Lione, grazie al 2-1 della Meinau contro lo Strasburgo. Il match-ball Champions fallito a San Pietroburgo, oltre a potenziali conseguenze sugli ultimi 90′ minuti in campo europeo, rischiava di avere ripercussioni anche sulla risalita in campionato della banda Garcia. Timori che, con il senno di poi, si sono rivelati sensati, viste le difficoltà mostrate dall’OL contro un Racing che ha trovato il vantaggio con Fofana a metà primo tempo (assist di Ajorque), mettendo a nudo più volte le fragilità lionesi, specie nella prima parte di gara. Il pareggio di Cornet, una delle novità di Garcia insieme al debutto dal 1′ del baby Caqueret (classe 2000) nei tre di centrocampo, ha riportato serenità in una squadra che grazie al secondo gol consecutivo di Reine-Adélaïde (a segno contro il Nizza nell’ultimo turno) ha infilato la quarta vittoria nelle ultime cinque giornate, ruolino più consono ad una squadra che vuole contendere al Marsiglia il ruolo di dauphine, quanto meno, del Paris Saint-Germain.

Chi invece ha definitivamente rimosso l’etichetta di sopresa è il Montpellier: senza sconfitte da cinque turni, reduce dal secondo successo interno consecutivo (4-2 all’Amiens), la Paillade ha perso solo una delle ultime sette di campionato e non sembra avere intenzione di abbandonare la zona Europa, forte di un’ossatura collaudata (il 3-5-2, marchio di fabbrica di Der Zakarian) e di individualità che possono diventare un lusso, come nel caso di Delort, già a quota cinque gol. Ne ha segnati tre in più Victor Osimhen, quello su rigore contro il Digione, oltre ad essere il più lungo della sua carriera (ok arrivato dopo sei minuti di attesa VAR), ha regalato al Lille un successo fondamentale per continuare a credere nella risalita al termine di una settimana in cui Les Dogues avevano salutato l’Europa dopo lo 0-2 interno contro l’Ajax. Un successo che evidenzia una volta di più la comfort zone casalinga del Lille (20 punti sui 22 totali sono arrivati allo stade Mauroy) ma che deve mettere sull’attenti anche un tecnico navigato come Christophe Galtier.