Le 7 Marce, Gp Abu Dhabi – Hamilton, l’insaziabile
Gran Premio di Abu Dhabi, 21/a e ultima tappa del Mondiale di Formula 1 2019. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Yas Marina con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Lewis Hamilton – Capiamo che corriamo il rischio di essere ripetitivi, ma è un rischio che corriamo volentieri. E allora gridiamolo – o meglio scriviamolo – per l’ennesima volta: 6 titoli mondiali non li vinci certo per caso, ma perché hai una fame di successo insaziabile. A Hamilton è bastato avere una battuta a vuoto in Brasile, per arrivare ad Abu Dhabi con la voglia di schiantare tutto e tutti. E l’ha fatto. Pole position, Gran Premio in testa dall’inizio alla fine e, ciliegina sulla torta, giro più veloce all’ultima tornata della corsa. Scalzarlo dal trono nel 2020 sarà davvero dura per tutti.
Viaggia in 6/a marcia, Valtteri Bottas – Il protagonista a 360 gradi di questo fine settimana di Abu Dhabi. Arriva sapendo che dovrà partire dall’ultima casella della griglia di partenza a causa di cambiamenti nel suo motore e arriva annunciando la separazione dalla moglie. E in gara la sua rimonta è pure “rallentata” dal guaio tecnico che inizialmente impedisce l’uso del DRS. Ma, alla fine, riesce a risalire fino al quarto posto e se la gara fosse durata un giro in più, avrebbe potuto anche aspirare al podio di Leclerc. Ha dimostrato – se mai ce ne fosse stato ancora bisogno – di essere il pilota giusto al posto giusto accanto ad Hamilton in casa Mercedes.
Viaggiano in 5/a marcia, Sergio Pérez, Lando Norris, Danii Kvyat – Il settimo, l’ottavo e il nono di questo Gran Premio. Negli ultimi giri della corsa danno spettacolo. I primi due a duellare a suon di sorpassi, il terzo a infilare Hulkenberg con un grande sorpasso in staccata. Hanno reso effervescente questo finale di Mondiale e promettono scintille anche per il 2021.
Viaggia in 4/a marcia, Nico Hulkenberg – Avrebbe meritato più fortuna in quella che – per ora – è stata la sua ultima gara in Formula 1. E avrebbe meritato di terminare a punti. Diciamo che la corsa di Abu Dhabi è stata la parafrasi della sua carriera, 179 Gran Premi senza però mai salire sul podio neanche una volta. Eppure, è stato un pilota solido e veloce. Che mancherà al mondo del Circus.
Viaggia in 3/a marcia, Pierre Gasly – Dal secondo posto straordinario del Gran Premio del Brasile a una corsa che diventa un piccolo “calvario” dopo poche curve, quando il sandwich delle Racing Point gli fa saltare l’alettone anteriore della sua Toro Rosso. Peccato, perché c’era la “speranziella” per la scuderia di Faenza di poter operare all’ultimo scatto il sorpasso in classifica costruttori ai danni della Renault. Ma il sesto posto resta assolutamente positivo.
Viaggia in 2/a marcia, la Ferrari – Dopo il patatrac del Brasile, ancora un altro Gran Premio di sofferenza, nonostante il terzo posto finale di Leclerc. In primis, il clamoroso errore di gestione del tempo nella Q3 in qualifica che costa al monegasco l’impossibilità di compiere il secondo tentativo e poi la cattiva gestione delle gomme, con le Rosse che sono le uniche costrette a fare due soste. Con quei quattro secondi persi da Vettel nella prima sosta. Ora per Binotto e soci tocca un duro inverno di lavoro per poter dar sostanza al sogno mondiale nel 2020.
Viaggia in 1/a marcia, il DRS – La Formula 1 è e resterà a lungo la categoria automobilistica sportiva più amata e più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. All’avanguardia, ma non esente da piccoli ostacoli. Come quelli che costringono questo Gran Premio a disputare i primi 18 giri senza l’ausilio del DRS.