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Ligue 1 – Icardi-Di Maria a forza 6: il PSG pensa all’Europa, OM unica alternativa. Chievo, ti ricordi Mangani?

Foto: Twitter @PSG_Inside

Ce lo siamo augurato, dopo pochi giri di campionato. Che questo potesse davvero essere l’anno buono per rivivere un Classique degno della sua storia, un PSG-Marsiglia capace di valere per la parte più importante della classifica. Se tutto questo, ad oggi, è vero solo in parte è perché i parigini si stanno confermando a tratti ingiocabili per la concorrenza interna, in capo della quale, questo sì, comanda l’OM, chiara e più credibile “anti” che sembra esserci per Icardi e compagnia.

Già, Icardi. Lo stesso che pare aver cancellato a suon di gol tutti quei mugugni che, da fuori più che da dentro lo spogliatoio, lo volevano come un oggetto estraneo al corpo tecnico del PSG e che invece ha trovato in Di Maria qualcosa meno di una fionda in quanto ad assist e che contro il Lille ha stappato, ancora una volta e con il sesto timbro in questa Ligue 1, la partita con un tocco da zero metri, prima che proprio il Fideo (sesto centro anche per lui) la chiudesse à la Di Maria, ossia con un tocco sotto a premere play sui titoli di coda, nel giorno del ritorno a disposizione di Neymar, non esattamente un aggiunta di poco conto. La testa, però, è già al Real Madrid, alla Champions e alla possibilità di chiudere il discorso legato al primo posto nel girone, in quello che come un refrain viene ripetuto da anni e che, come ogni stagione, sembra essere più vero che mai: il vero, grande obiettivo, dalle parti del Parco dei Principi, è e rimane l’Europa.

Intanto, i punti su chi viaggia in seconda dopo quattordici giornate sono otto e tali rimangono, perchè il Marsiglia fa il suo, sa soffrire in casa del Tolosa, e soprattutto sa approfittare della superiorità numerica nel secondo tempo (rosso a Moreira al minuto 41), riuscendo a piazzare l’uno-due che fa appassire le Violette. Merito del Pipa Benedetto, di nuovo a segno dopo un digiuno lungo quasi due mesi (ultima griffe, il 4 ottobre ad Amiens) e del serbo Nemanja Radonjic, con il mancino a segno per la prima volta in campionato con la maglia dell’OM. Con la seconda piazza finiscono, tuttavia, le certezze di una classifica corta ed imprevedibile, nella quale sembra riuscire a mantenere la barra dritta l’Angers, sorpresa solo a metà per chi segue con costanza gli affari di Francia. Detto del piccolo miracolo costruito da Moulin, dei mezzi eufemisticamente limitati e della proverbiale valorizzazione di tutto quanto ci sia a disposizione, l’ultimo turno ha portato in dote allo Sporting Club de l’Ouest una vittoria, almeno in parte, made in Italy, visto che il sudato 1-0 sul Nîmes ultimo della classe porta la firma di Thomas Mangani, poco più di una meteora nel Chievo 2014-15 (pochi mesi ed una sola presenza, in Coppa Italia, con la maglia gialloblù), prima di costruirsi un ruolo da leader nella risalita e nel consolidamento angioino in Ligue 1.

A questo punto iniziano i rimpianti, le oscillazioni e i mood di chi sta cercando di rientrare e di chi fatica, nonostante il nome. Fa parte della prima risma il Lione, costretto a soffrire più del previsto per domare il Nizza: tutta colpa di una follia di Marçal (calcio ad altezza volto a Boudaoui), dopo che Reine-Adélaïde e Moussa Dembélé (decimo centro in campionato, capocannoniere in solitaria) avevano messo la sicura alla partita e prima che Kasper Dolberg (prima volta in gol lontano dalla Costa Azzurra) mettesse in apprensione i tifosi del Parc OL per tutto il secondo tempo. Per Rudi Garcia, il prossimo step si chiama Zenit, la trasferta russa può valere l’accesso aritmetico agli ottavi di Champions, ovvero metà degli obiettivi stagionali dettati dall’agenda del presidente Aulas: qualcosa di impensabile, poco più di un mese fa.

Lione che rimane tuttavia fuori dalla zona coppe, a tre punti dal quarto posto occupato dal Bordeaux. Gli uomini di Paulo Sousa infilano la seconda vittoria interna superando al Matmut Atlantique un Monaco avanti con Slimani e poi rimontato prima dal difensore brasiliano Castro e poi dal rigore di Nicolas de Preville, post tocco con il braccio e conseguente rosso proprio a Slimani. Lontano dal Principato, quella di Jardim è un’altra squadra, come dimostrano le tre sconfitte nelle ultime quattro trasferte, dare un seguito alle prestazioni messe in mostra al Louis II è l’unica chiave, in un panorama in cui l’equilibrio regna sovrano. Eccezion fatta, ça va sans dire, per Parigi.