A 45 anni, Robbie Savage si prepara a tornare a giocare sui campi di calcio. Otto anni dopo il proprio ritiro dal mondo del calcio giocato, il centrocampista gallese ha deciso di fare un passo indietro, ripartendo dal basso, per riassaporare l’odore del terreno di gioco e aiutare ragazzi più giovani a crescere. Dopo una carriera con maglie di grande prestigio come quelle di Manchester United, Leicester City, Blackburn Rovers e Derby County, il giocatore di Wrexham ha firmato in queste ore un contratto con lo Stockport Town, una squadra della decima serie del calcio inglese. Calcio dilettantistico, insomma, ma l’ideale per tornare a riprendere dopo così tanti anni di inattività e un’età non proprio più giovane. Ma Savage si era stancato di fare il commentatore televisivo e ora tocca a lui tornare a essere protagonista nei week-end. E addirittura potrebbe già esserlo nel breve termine, visto che potrebbe essere convocato per la sfida di domani contro l’Oswestry Town.
Ma Savage, molto conosciuto in Premier League per la sua grinta (spesso anche eccessiva, visto che è il settimo giocatore più ammonito della storia della massima serie inglese), si è già detto pronto a ricominciare, anche per diventare un punto di riferimento per una squadra di questo livello. Eppure, il gallese pare non essere l’unico giocatore che, nella storia del calcio, è tornato a solcare i campi dopo più o meno poco tempo dall’annuncio ufficiale del proprio ritiro.
Marco Materazzi
In questo speciale album c’è spazio anche per un giocatore italiano, uno dei membri della rosa della Nazionale campione del Mondo nel 2006. Dopo aver annunciato il proprio ritiro dal calcio giocato nell’estate 2011, con una carriera che si stava chiudendo con la vittoria della Coppa Italia con l’Inter, Materazzi è infatti tornato in campo poco più di tre anni dopo, quando gli indiani del Chennaiyin gli offrirono il ruolo di allenatore-giocatore. A 41, il roccioso difensore si ritrovò così protagonista, seppur in un campionato minore, collezionando un totale di 7 presenze con la squadra indiana, di cui è successivamente diventato allenatore a tempo pieno.
Paul Scholes
Dopo aver vinto praticamente tutti i trofei possibili da conquistare con il Manchester United, Paul Scholes annunciò il suo ritiro nell’estate del 2011. Un addio molto commosso per il completo centrocampista inglese, che aveva dedicato una carriera intera alla maglia dei Red Devils, diventandone uno degli stabili punti di riferimento dell’era Ferguson nel suo fantastico mix di tecnica e personalità. Nel gennaio 2012, però, il “ginger maestro” venne richiamato proprio da Sir Alex in un momento molto delicato per lo United, colpito da diversi infortuni a centrocampo. A pochi giorni dal derby contro il Manchester City in FA Cup, Scholes accettò così di tornare in campo e proprio con i Citizens fece il suo esordio entrando negli ultimi venti minuti, sul 3-1 dei Red Devils. E, salvo l’errore che portò al gol del 2-3 con Aguero, l’inglese fece una partita straordinaria, con una precisione nei passaggi pari al 97%. In quella seconda parte di stagione, tra l’altro, Scholes riuscì a giocare ben 21 partite, con anche un gol segnato e tante prestazioni di grande livello, chiudendo la stagione e nuovamente la carriera con un nuovo titolo di Premier League in mano.
Jens Lehmann
L’emergenza infortuni fu lo stesso motivo che portò Arsène Wenger a richiamare dal ritiro Jens Lehmann dopo neanche un anno dall’addio. Nel gennaio 2011, infatti, l’Arsenal si ritrovò a dover far fronte a una pesante crisi tra i pali, con Szczesny e Fabianski che furono costretti ai box per infortunio e così il tecnico alsaziano pensò di ingaggiare fino al termine della stagione il portiere tedesco, ritiratosi l’estate precedente dopo la fine del contratto con lo Stoccarda. Lehmann, che con i Gunners aveva giocato 5 anni in carriera, forse i più splendenti dell’era Wenger, accettò di tornare, disputando la sua 200esima partita con la maglia biancorossa contro il Blackpool, in una gara vinta 3-1 dai Gunners. Quella, in realtà, fu l’unica presenza del tedesco ormai 41enne, ma per Wenger fu un importante garanzia nei mesi successivi anche soltanto rimanendo in panchina.
Robert Pirès e Freddie Ljungberg
Altri due giocatori dell’Arsenal degli invincibili si sono ritrovati a dover smentire più volte il ritiro dal calcio giocato. Pirès, per esempio, è tornato a giocare ben due volte dopo aver annunciato di aver appeso gli scarpini al chiodo. Dopo essersi ufficialmente ritirato una prima volta nell’estate 2011, con la fine della sua esperienza all’Aston Villa, il francese tornò sui suoi passi qualche mese dopo, firmando con gli indiani del Manchester Howrah nel febbraio 2012 un contratto di appena un mese. Ma non finì lì, perchè nel settembre 2014 l’esterno fu richiamato dal ritiro da un’altra squadra indiana, il FC Goa, che stavolta lo trattenne fino al marzo successivo, quando il francese si ritirò definitivamente.
Molto simile a questa è la storia dell’ex compagno Ljungberg. Nel febbraio 2014, lo svedese sembrava aver deciso di mettere fine alla propria carriera con i giapponesi del Shimiz S-Pulse, ma anche per lui arrivò una chiamata dall’India nel 2014, nel suo caso con il Mumbay City: a 37 anni, l’esterno ex Arsenal tornò così a giocare per qualche mese, prima del ritiro definitivo nel dicembre dello stesso anno.
Johan Cruyff
Anche il leggendario Cruyff si è ritrovato a dover fare un passo indietro in carriera. In questo caso, in realtà, il ritiro dal calcio giocato fu molto più breve, visto che annunciò di aver appeso gli scarpini al chiodo alla fine della stagione 1977-78 a soltanto 31 anni, salvo poi ritornare subito in attività con i Los Angeles Aztecs, finendo per rimanere in attività altri 6 anni con anche le maglie di Diplomats, Levante, Ajax e Feyenoord. A spingere la leggenda olandese al ritorno, però, non fu un motivo romantico come un’improvvisa malinconia del calcio giocato, bensì dei problemi finanziari che lo costrinsero a farsi ingaggiare nuovamente.
Roger Milla
Se Roger Milla non fosse tornato sui suoi passi, nessuno avrebbe mai visto lo storico balletto attorno alla bandierina con cui fu immortalato in tutto il mondo a Italia ’90. Il camerunense, infatti, aveva annunciato il suo ritiro nel 1989 e si era trasferito sull’isola di Reunion, salvo poi essere richiamato in patria dal presidente Biya, prima di tornare in campo con la sua Nazionale l’estate successiva. A 42 anni, Milla divenne il giocatore più anziano di sempre ad aver disputato una Coppa del Mondo, record bruciato dal portiere colombiano Mondragon nel 2014.
Marc Overmars
L’attuale direttore sportivo dell’Ajax si è ritrovato a doversi ritirare per ben tre volte in carriera. Nell’estate 2004, infatti, Overmars annunciò la fine della sua esperienza come calciatore a 31 anni, quando vestiva la maglia del Barcellona, a causa dei tanti infortuni subiti al ginocchio. Qualche anno dopo, l’olandese accettò di giocare alla gara dedicata a Jaap Stam e fu in quella occasione che mostrò di possedere ancora una tecnica sopraffina, meritevole anche di categorie importanti. Overmars ricevette diverse chiamate e, dopo averne rifiutate diverse, decise di accettare quella degli olandesi del Go Ahead Eagles, con cui giocò una sola stagione, prima di annunciare il ritiro. Finita qui? Assolutamente no: nell’estate 2010, il fantasista ex Arsenal accettò l’offerta di un’altra squadra olandese, l’SV Epe, con cui disputò l’ultima (stavolta per davvero) stagione della sua carriera.
Landon Donovan
Destinato a rimanere nella storia del calcio americano come miglior marcatore di sempre degli USA, Landon Donovan si è ritrovato più volte a doversi rimangiare la parola sul ritiro. Dopo una splendida carriera che lo aveva visto indossare maglie anche prestigiose come quelle di Bayern Monaco, Bayer Leverkusen, Everton e, soprattutto, i suoi amati Los Angeles Galaxy (315 presenze e 137 gol), il centravanti annunciò per la prima volta il ritiro nel gennaio 2015. Nel settembre dell’anno dopo, però, proprio la squadra americana lo richiamò in seguito a una serie di infortuni e Donovan rimase fino al termine della stagione regolare. Nuovo ritiro, ma dopo pochi mesi arrivò anche una nuova esperienza, con i messicani del Leòn che gli offrirono esattamente un anno dopo 6 mesi di contratto. Una volta terminati anche questi, il giocatore si è definitivamente ritirato, salvo passare al calcio a 5 lo scorso gennaio con il San Diego Sockers.