Pallone in Soffitta – La Polonia e la rivolta di Okecje
Fine 1980. La nazionale polacca deve recarsi a Malta per le eliminatorie mondiali. Un impegno poco gravoso sulla carta, che vive però sviluppi inattesi e clamorosi lontano dal terreno di gioco.
PRIMA. La Polonia, guidata da Ryszard Kulesza, si raduna all’hotel Vera di Varsavia per preparare una doppia trasferta. Alle porte c’è l’impegno per le qualificazioni mondiali a Malta, previsto per il 7 dicembre 1980. Il programma è il seguente: il 29 novembre la squadra partirà alla volta dell’Italia, dove si allenerà e disputerà un’amichevole contro una selezione del campionato italiano, poi si recherà a La Valletta per giocare la gara con i maltesi. La notte prima della partenza dall’aeroporto di Okecje, due giocatori rompono il coprifuoco lasciando l’albergo senza autorizzazione: sono il portiere Jozef Mlynarczyk e l’attaccante Wlodzimierz Smolarek, alla ricerca di cibo più soddisfacente di quello offerto dall’hotel. In realtà i due incontrano il giornalista Wojciech Zielinski, amico di Mlynarczyk, al nightclub Adria. A quanto pare, la conversazione riguarderebbe la moglie straniera di Zielinski, alquanto conosciuta da diversi calciatori… scoperta a prostituirsi in città, sarebbe scappata in Italia dove il portiere ha appena giocato contro la Juventus con la maglia del Widzew Lodz. Il giornalista, allo scopo di carpire notizie sulla consorte, cerca di far bere Mlynarczyk che dichiarerà di aver consumato “solo tre bicchieri di champagne e una birra“. Smolarek lascia il locale alle 2 del mattino, Mlynarczyk rientra in taxi con l’amico alle 5 prima di allontanarsi nuovamente e ritornare definitivamente alle 7.
CONFRONTO. Quando la squadra si raduna per colazione, Jozef Mlynarczyk si presenta in pessime condizioni, assonnato e con i postumi della sbornia. Talmente mal messo che le borse deve portargliele Smolarek, perché da solo non ce la fa. La squadra sta per salire sul pullman per andare all’aeroporto di Okecje, quando l’assistente di Kulesza, Blaut, informa Smolarek che Mlynarczyk non sarebbe salito a bordo. A quel punto Smolarek e gli altri compagni Zbigniew Boniek, Stanislaw Terlecki e Wladyslaw Zmuda protestano per la decisione. Terlecki si oppone in maniera talmente vibrante da essere lasciato fuori insieme al portiere. Ma non ci sta: recupera la sua auto, carica a bordo il portiere e raggiunge Okecje contravvenendo alle indicazioni ricevute. Si occupa di evitare che i giornalisti fotografino il compagno in quelle condizioni. Molti giocatori si adoperano con il ct Kulesza per spiegargli che Mlynarczyk sta attraversando un brutto periodo a livello personale, per aiutare il compagno che si è comunque reso protagonista di un atto censurabile. Kulesza infine acconsente a farlo viaggiare con la squadra. Ma, come detto, la stampa è presente in aeroporto: gli eventi, in breve tempo, diventano di dominio pubblico scatenando l’indignazione del Paese.
CONSEGUENZE. La stampa critica pure il comportamento dello staff tecnico, non solo quello dei calciatori. La squadra nel frattempo arriva a Roma. Nella Capitale italiana, viene severamente vietato qualsiasi contatto con il Vaticano: il polacco Wojtyla, tra l’altro, è stato eletto Papa due anni prima. Incontro da evitare in tempi di comunismo… proprio ciò che combatte Terlecki, che simpatizza con Solidarnosc. Terlecki è ben conosciuto in Polonia per le doti sportive, ma non solo. Critica e si prende gioco del comunismo in pubblico, senza peli sulla lingua. Ha già provato due volte a riunire i calciatori polacchi in associazione, ma è stato punito dalla federazione prima per 6 mesi e poi per un anno. Su di lui ci sono anche i riflettori dell’Esercito… insomma, uno da tenere d’occhio. Lui, Boniek, Mlynarczyk e Zmuda vengono rimandati in patria, scortati dal colonnello Ryba. La Federcalcio polacca apre un’inchiesta a metà dicembre, cominciando gli interrogatori per stabilire i fatti. Di fatto vengono prese in considerazione solo le versioni di Kulesza e Blaut. Terlecki e Boniek vengono squalificati dal club e dalla Nazionale per un anno, Mlynarczyk e Zmuda per 8 mesi e Smolarek per 2. Kulesza si dimette per le sanzioni agli atleti, considerate troppo pesanti. Tutti i calciatori coinvolti torneranno in Nazionale, tranne uno: Terlecki. Dopo qualche tempo dai fatti di Okecje si trasferisce negli Stati Uniti, tornando a giocare in patria 5 anni più tardi ma senza venire chiamato di nuovo nella rappresentativa. Per uno sempre visto di traverso per le sue idee e convinzioni, ordinaria amministrazione.