Come senz’altro i nostri lettori ricorderanno, nel 2017 la partita tra Göteborg e AIK venne rinviata a causa della denuncia di un tentativo di combine, denunciato da uno dei giocatori della compagine di Stoccolma, Kyriakos Stamatopoulos. Ieri la sentenza del Tribunale, che ha individuato le reponsabilità: tra i condannati Dikson Etuhu, ex giocatore degli Gnaget.
“- In questo caso, i dipendenti di AIK Fotboll hanno agito in modo esemplare. Altri soggetti che hanno tentato di influenzare la partita ora sanno che la Corte d’Appello di Svea ha chiarito che hanno valutato il loro comportamento come un crimine. Se ci fossero ancora fatti del genere, possiamo solo sperare che questo giudizio sia un punto di partenza, mandando un segnale che dia coraggio e forza agli altri che si trovino a essere colpiti come è accaduto all’AIK Fotboll – ha affermato il direttore e CEO del club AIK Fotboll Jens T Andersson.”
” – In questo lungo processo, i dipendenti di AIK Fotboll hanno rappresentato valori di base nello sport, nel calcio e in AIK Fotboll, e di questo sono molto orgoglioso. Il fatto che un ex giocatore dell’AIK sia stato condannato per questo è una brutta notizia per noi – ha invece affermato Björn Wesström, direttore sportivo di AIK Football.”
” – È bello che il processo sia finito, e me lo lascio alle spalle con quanto accaduto oggi – ha detto Kyriakos Stamatopoulos (portiere, ormai ritiratosi – ndr).”
“AIK Fotboll al momento non ha ulteriori commenti in merito alla questione precedente ma fa riferimento alle citazioni in questo comunicato stampa.”
Tutto finito, dunque. Parte della stampa svedese, però, non è soddisfatta. Robert Laul, uno dei più influenti commentatori calcistici di Svezia, dalle colonne di Sportbladet, ha duramente attaccato il club giallonero e, in particolare, il direttore sportivo Björn Wesström.
Secondo il giornalista, Wesström sapeva che la persona che aveva fatto delle pressioni su Stamatopoulos era Etuhu, ma non aveva voluto dirlo ai giocatori. Se ne era quindi occupato il tecnico Norling. Laul ha poi rivelato che il direttore sportivo ed Etuhu erano buoni amici, e che la cosa aveva permesso all’ex giocatore di continuare a frequentare il centro sportivo di Karlberg.
Addirittura, secondo Laul, il giocatore avrebbe ricevuto del denaro per i propri buoni uffici nell’operazione che ha portato alla cessione del talento Alexander Isak, una delle operazioni di mercato più brillanti della storia del calcio svedese. Il procuratore Lindmark, nella propria requisitoria, ha lodato il comportamento nella vicenda di Norling. Tuttavia, a onor del vero, lo stesso Laul afferma che Wesström era ignaro della cosa, e che ne fu informato dallo stesso allenatore della compagine giallonera. Ma fu poi il tecnico a dire il nome del responsabile alla squadra.
Laul, oggi, punta il dito proprio contro il direttore sportivo. Secondo lui, infatti, il club non avrebbe dato la necessaria importanza al comportamento dell’allenatore, che non esitò a denunciare i fatti alla polizia, dopo averne discusso col responsabile della sicurezza degli Gnaget, Henrik Koch. Lo scandalo che ne seguì, come sappiamo, andò molto oltre i confini del Paese: Göteborg – AIK è il Clásico svedese, una sfida tra le due società più famose e conosciute anche all’estero dell’Allsvernskan.
Laul ha chiesto quindi pubblicamente a Wesström di chiarire diversi aspetti. Innanzitutto se si senta o meno responsabile che un ex giocatore AIK, da lui reclutato nel club e del quale era amico nella vita privata, abbia tentato di corrompere un calciatore in attività per vendere una partita. Ma non finisce qua.
Il giornalista ha infatti chiesto anche quali siano i rapporti odierni tra i due, se questa vicenda influirà sul suo futuro nel club, per quale motivo Etuhu abbia ricevuto denaro dalla cessione di Isak e, infine, quali siano i suoi rapporti con Norling e quale sia il suo giudizio sul prolungamento del contratto con il tecnico sino a fine 2020, nonostante le diverse critiche durante e al termine della stagione.
Wesström si è limitato a rispondere al giornalista, secondo quanto da lui pubblicato, che la società aveva detto tutto quello che doveva nel comunicato ufficiale. Insomma, una situazione scomodissima. Di positivo c’è stato che il sistema ha funzionato, bloccando tutto prima che ci fossero conseguenze. Tuttavia, ora è il momento di capire bene se ci siano o meno responsabilità differenti da quelle giudiziarie. Di sicuro, per l’AIK, già scosso dalle polemiche del dopo campionato, una grana piuttosto complicata, e dagli esiti imprevedibili.