Non sono solo due campionati conclusi al primo posto (il primo perso in semifinale, il secondo vinto in post season), ma la Primavera dell’Atalanta si sta confermando come un vivaio di talenti incredibili in ogni ruolo. Da Alessandro Bastoni infatti a Dejan Kulusevski, passando per Carnesecchi e Colpani le giovanili bergamasche hanno lanciato giocatori dal futuro garantito.
La stagione 2017-18 ha visto l’Atalanta vincere il campionato per poi soccombere in semifinale alla Fiorentina. Era una squadra collaudata con il tecnico Brambilla che ha potuto contare su gente del calibro di Bastoni e Melegoni, poi ceduti a Inter e Pescara, e Barrow, promosso in prima squadra.
L’annata successiva invece ha visto trionfare i giovani orobici nel campionato Primavera per poi confermare la loro superiorità anche nella fase finale contro Torino e Inter. Molti giovani durante la stagione sono stati chiamati in prima squadra e non è stato facile per l’allenatore gestire una fucina di talenti: Carnesecchi, Del Prato, Colpani, Kulusevski e Traoré hanno dimostrato di meritare qualcosina in più e nel mercato estivo hanno potuto valutare molte proposte.
Andrea Colpani è stato a lungo sul taccuino di molte squadre, anche europee, e dopo il Mondiale Under20 ha deciso di fare esperienza in una piazza che gli garantisca un buon minutaggio come il Trapani in Serie B, mentre Amad Traorè, classe 2002, è stato tenuto sotto controllo da Gasperini che lo ha già fatto esordire in prima squadra con tanto di gol nel 7-1 contro l’Udinese.
Discorso diverso invece per Kulusevski e Bastoni, i due giocatori al momento più affermati: lo svedese è in prestito al Parma ed è già aperta un’asta con i migliori club che stravedono per lui, mentre il difensore è stato pagato 30 milioni due anni fa dall’Inter e Conte continua a spendere parole importanti per lui.
L’Atalanta si sta confermando come una squadra stabilmente da zone alte di classifica negli ultimi anni: le vendite di alcuni giovani giocatori garantiscono incredibili plusvalenze utili per rimpolpare la rosa con acquisti mirati, come l’anno scorso è capitato con Zapata e quest’anno con Malinovskyi e Muriel. Perché arrivare al top può essere fortuna, restarci invece è solo bravura.