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Mai in giallo ma per sempre in giallo, il ricordo di Raymond Poulidor

Dopo Felice Gimondi, il 2019 ha riservato purtroppo un altro lutto agli appassionati di ciclismo. Ieri, all’età di 83 anni, ci ha lasciati Raymond Poulidor, campione francese degli anni Sessanta e Settanta. Forse per il semplice motivo di aver detenuto un singolare doppio record. Poulidor è stato il corridore che più volte è salito sul podio del Tour de France, ben otto, ma contemporaneamente non ha né mai vinto la Grande Boucle né ha mai indossato la Maglia Gialla per almeno un giorno.

Otto volte sul podio, dicevamo, così distribuite: tre seconde piazze nel 1964, nel 1965 e nel 1974 e cinque terzi posti nel 1962, 1966, 1969, 1972 e 1976, quest’ultimo podio a 40 anni. Corridore di una classe fuori dal comune, a Poulidor è mancato sempre un soldo per fare una lira. A sbarrargli la strada sono stati Anquetil prima e Merckx poi, passando per Gimondi nel 1965. E forse questo alone di “eterno secondo” che lo ha sempre accompagnato per tutta la carriera, lo ha fatto amare in maniera esponenziale dai francesi, che lo hanno ribattezzato fin da subito Poupou.

Una fama accresciuta anche dalle quattro medaglie ai Campionati del Mondo, tre di bronzo più l’argento a Montreal 1974, dove fu beffato da…Eddy Merckx, chi se non lui? Una fama però, da un certo punto di vista, immeritata. Dato che Poulidor ha comunque vinto corse importanti.

Un palmares che comprende la Milano-Sanremo 1961, la Vuelta 1964, la Freccia-Vallone 1963, le Parigi-Nizza 1972 e 1973, i Giri del Delfinato 1966 e 1969 e il titolo di Campione Nazionale di Francia 1961. Nonché sette successi di tappa al Tour de France. Un solo rammarico: Poulidor non ha mai corso il Giro d’Italia.

Mai in giallo da corridore, Poulidor, appesa la bicicletta al chiodo, ha sempre seguito il Tour de France aggregandosi come testimonial di lusso alla carovana. E vestendosi, ogni giorno, tutti i giorni, sempre di giallo. Quasi a voler esorcizzare quello che non gli è riuscito in carriera.

Adesso la sua eredità passa al nipote, Mathieu Van der Poel. Già, il nuovo fenomeno del ciclismo olandese è nipote di Poupou, in quanto figlio di Corinne Poulidor, figlia del fuoriclasse francese. E questa stagione dell’olandese ha già fatto capire come il detto popolare “buon sangue non mente” sia in questo caso quanto mai appropriato.

Quando Poulidor andrò a trovare Jacques Anquetil poco prima della morte di quest’ultimo per un tumore, si sentì apostrofare dal suo grande rivale: “Visto, Poupou, anche questa volta sei arrivato secondo“. Ci scommettiamo che Poupou gli abbia già ricambiato il favore: “Vero, Jacques, ma sono arrivato. E non ti mollo più“. Ciao Raymond.