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La Presa di Napoli: sarà rivoluzione

A Napoli nulla sarà più come prima: dopo il ritiro e l’ammutinamento il caos scoppiato ai piedi del Vesuvio è arrivato ai limiti del paranormale. Tutto è cominciato dopo Roma-Napoli, proseguito poi nel postpartita contro il Salisburgo e infine definitivamente degenerato nella settimana successiva tra Napoli-Genoa e altri episodi fuori dal campo.

La sconfitta subita a Roma ha fatto infuriare De Laurentiis che ha ordinato alla squadra quattro giorni di ritiro forzato, ma è stata la partita di Champions League contro il Salisburgo il vero spartiacque di questa rivoluzione. Prima in conferenza stampa Ancelotti si è detto contrario ma disposto al ritiro, poi la squadra con un vero e proprio ammutinamento ha disertato l’ordine del presidente recandosi autonomamente verso le proprie abitazioni. A capo di questa rivolta ci sono stati i senatori della squadra, come Mertens, Callejon, Hysaj, Allan, Ghoulam e Koulibaly, contro Ancelotti e la famiglia di De Laurentiis.

Il livello della spaccatura della squadra è evidente e nemmeno la successiva partita casalinga contro il Genoa ha riportato il sereno, anzi i tifosi hanno pesantemente contestato la squadra schierandosi apertamente a favore del presidente. Il più bersagliato dai fischi è stato Lorenzo Insigne, un tempo il giocatore simbolo della napolitanità e ora visto come primo colpevole. Lo scialbo 0-0 maturato contro il grifone ha portato i campani al settimo posto con soli 19 punti in 12 partite: si tratta del peggior avvio dall’era di Benitez e anche per Ancelotti la situazione non è delle migliori.

Messo sul banco degli imputati in una nota della società, il tecnico ha dovuto subire un ultimatum dalla dirigenza: la prossima sfida di Champions contro il Genk che potrebbe (e dovrebbe) valere la qualificazioni agli ottavi sarà fondamentale. Le alternative non mancano con i nomi di Gattuso e Spalletti in pole, ma De Laurentiis non vorrebbe avere sotto contratto due allenatori e la sua intenzione è quella di arrivare a fine stagione con Ancelotti per poi dirsi addio. I numeri d’altronde parlano chiaro: il tecnico di Reggiolo percepisce 6,5 milioni netti a stagione e dopo la prima annata di rodaggio, ci si aspettava ben altro; da 12 anni a questa parte non partiva così male.

La rivoluzione toccherà soprattutto i giocatori: Callejon e Mertens sono in scadenza a giugno e le loro strade si divideranno da Napoli con rispettivamente Cina e Inter le piste più percorribili. Allan e Koulibaly probabilmente saluteranno a fine stagione e De Laurentiis si aspetta di incassare molti dai suoi (ex) pupilli, mentre per Ghoulam e Hysaj si valuteranno le offerte con la possibilità di imbastire qualche scambio. Insigne è il giocatore più in dubbio, ma anche lui dopo alcuni screzi e l’emblematico passaggio sotto la procura di Raiola potrebbe salutare. I recenti fatti di cronaca che hanno visto protagoniste le mogli di Allan e Zielinsky hanno fatto allontanare i giocatori dalla città alloggiando momentaneamente in albergo: il clima resta quindi sempre teso e la piazza è sul punto di implodere.

Per non farsi mancare nulla da Londra è arrivata anche l’indiscrezione (non confermata dalle parti) che a famiglia di Al-Thani sarebbe pronta a fare un’offerta a De Laurentiis per l’acquisizione della società: il presidente vorrebbe 800 milioni di euro (che sarebbero i 650 milioni di valore dei giocatori più i 150 milioni di liquidità disponibile in banca), mentre lo sceicco qatariota si è fermato a 560 milioni con l’obiettivo di far calare il prezzo vista la preoccupante situazione.

La sosta per le Nazionali ha un po’ calmato gli animi, ma basta sempre pochissimo per riaccendere la miccia e far esplodere la bomba. Napoli non sarà più la stessa, qualsiasi cosa accada.