Dal nostro inviato a San Gallo (CH)
L’incontro di Europa League tra Lugano e Malmö di ieri lascia ancora, alla compagine svedese, delle buone possibilità di qualificazione al turno successivo. Rösler, in conferenza stampa, ha parlato di una prestazione insoddisfacente dal punto di vista del gioco promettendo, per le prossime partite, un gioco migliore. Il tecnico ha inoltre ringraziato i numerosi tifosi (circa 900) venuti sin qua dalla Svezia.
Parlando del Lugano, invece, bisogna rilevare come, ancora una volta, in questa stagione, a una buona prestazione non abbia fatto seguito il risultato pieno. Dietro gli svizzeri hanno fatto bene, concedendo agli avversari solo un paio di occasioni, e praticamente neppure un tiro nello specchio della porta.
Davanti, invece, e nonostante l’assenza di un uomo fondamentale come Sabbatini, forse l’unico in grado di creare geometrie in campo a uso, soprattutto, degli attaccanti, i bianconeri hanno creato buone occasioni che, tuttavia, non hanno saputo finalizzare. L’assenza del capitano fa sì che gli attaccanti vengano sovente cercati con i lanci lunghi a scavalcare il centrocampo avversario: tattica non sempre utile, soprattutto contro difese forti fisicamente, anche se la velocità di Junior e Aratore, ieri sera, in alcune occasioni, ha senz’altro disturbato la retroguardia svedese.
Ai bianconeri, in questa stagione, manca la prima punta. Gerndt è un attaccante di movimento, crea spazi per l’inserimento di compagni che, però, non ci sono. Jacobacci, come Celestini prima di lui, ha messo Holender a ricoprire questo ruolo, ma all’ungherese mancano tempi e movimenti per farlo con efficacia. Junior non trova la via del gol, e Gerndt non riesce più a trovare quelle reti da palla ferma che, ogni anno, costituivano una buona parte del suo bottino personale. Tutto questo sta diventando un problema.
Si parla con insistenza del giovane Sasere, che è fisicamente molto ben impostato e che, finora, abbiamo visto all’opera solo pochi minuti in campionato. Anche Renzetti, ieri, lo ha espressamente nominato. Il rischio, però, in questa fase, è di bruciarlo: ovviamente Jacobacci è appena arrivato, e lo deve conoscere. Però, il fatto che Celestini non abbia mai ritenuto di doverlo impiegare è un fatto oggettivo. Affaire à suivre, come si dice qua in Svizzera.
Tornando alla compagine svedese, gli uomini di Rösler ci sono apparsi troppo lenti e impacciati, anche al cospetto di una compagine come quella elvetica, di un livello tecnico inferiore. Ieri sera, tra l’altro, per gli Himmelsblått erano in campo tutti i titolari (tranne Christiansen, infortunato: senza dubbio un’assenza non da poco, ma meno importante di quella di Sabbatini per gli svizzeri, a livello di peso specifico), e non c’era il pensiero di un’importante partita di campionato da giocare nel fine settimana successivo, come in occasione della partita d’andata in Scania.
I commenti della stampa svedese sono apparsi, tra l’altro, piuttosto infastiditi rispetto alla prestazione della compagine ospite. Molti hanno probabilmente pensato che il contorno (giocare a San Gallo, davanti a poco meno di 1.300 spettatori, in uno stadio con una capacità di oltre 14.000 e che noi siamo abituati a vedere colmo di passione, nelle gare di campionato con in campo la squadra di casa, dà senza dubbio una sensazione non positiva) fosse sinonimo di livello tecnico scadente da parte dei ticinesi, che sono stati battezzati come una buona squadra svedese di media classifica. Beh, possiamo dare loro conforto: il Malmö di ieri sera, visto da noi che seguiamo con costanza entrambi i tornei, dal vivo e/o commentando le partite dagli studi televisivi di Sportitalia, aveva molto in comune con uno Zurigo in serata storta, o con il Sion delle ultime settimane.
I biancocelesti ci sono sembrati simili alla squadra vista alla Tele2Arena contro l’Hammarby: macchinosi, incapaci di costruire azioni efficaci verso la porta avversaria. In campionato, i Bajen sfruttarono la lentezza avversaria mettendo a segno un paio di accelerazioni micidiali, infliggendo all’undici di Scania una sconfitta poi risultata decisiva ai fini del risultato finale. Il Lugano, ieri sera, ha fatti più o meno lo stesso: la differenza, però, sta nel tasso di finalizzazione della squadra di Stoccolma, capace quest’anno di mettere a segno 75 gol in 30 giornate. Il resto è conseguenza.
In definitiva, per il futuro del Malmö, le prossime due partite saranno decisive. Sul piatto c’è l’occasione storica di eliminare nientemeno che il Copenhagen, la rivale storica per antonomasia, anche se le due compagini non giocano nello stesso campionato. Tuttavia, per ovvio sillogismo, l’alternativa è esserne eliminati. E se ciò accadesse, 10 corone sulla riconferma di Rösler non ce le metteremmo: da quelle parti hanno esonerato anche allenatori con la Lennart Johansson Pokal in mano. E, dall’espressione del viso che aveva ieri sera in conferenza stampa, il tecnico tedesco pare esserne perfettamente consapevole.