Sport

Conte, lo sfogo e le conseguenze

45 minuti di gran livello, 0-2 in casa del Borussia, la qualificazione agli ottavi di Champions in tasca, prima del blackout generale. In casa Inter la ferita per la sconfitta di Dortmund fa ancora male, ma a preoccupare l’ambiente sono più le parole del post gara di Antonio Conte che il risultato sul campo.

Un attacco, senza troppi giri di parole, ai vertici societari, accusati di aver commesso diversi errori in fase di programmazione della stagione e soprattutto di non aver mantenuto le promesse fatte al momento della firma del tecnico. Che Conte non fosse pienamente soddisfatto del mercato estivo dei Nerazzurri non è una novità, perché lo stesso allenatore pugliese lo aveva già fatto presente a ogni minimo passo falso della squadra, anche se mai in maniera così esplicita. Le dichiarazioni di Dortmund però rischiano davvero di creare una rottura insanabile con la società, che adesso lo guarda con gli occhi di chi sente di avere il nemico in casa. Eppure, la stagione dell’Inter non sta neanche andando così male: secondo posto in campionato, con un solo punto di ritardo rispetto alla super favorita Juventus, e una qualificazione agli ottavi di Champions League ancora alla portata nonostante lo scivolone tedesco. Evidentemente però per Conte si può e si deve fare di più, a cominciare dall’allestimento della rosa, che a Gennaio dovrà essere perfezionata allungando quella famosa coperta citata dal tecnico. Ausilio e Marotta sono consapevoli di dover intervenire, e proprio quest’ultimo aveva provato a rassicurare il tecnico, in tal senso, in una delle ultime uscite pubbliche. Nulla da fare però, è bastata una sconfitta a far crollare Conte, che di sconfitte non ne vuol sentir parlare, e di colpe proprie forse anche meno.

L’Inter scesa in campo al Signal Iduna Park si è dimostrata all’altezza del palcoscenico più importante d’Europa, e il calo d’intensità nella ripresa poteva forse essere previsto dal tecnico ed evitato con qualche mossa dalla (seppur corta) panchina. Con Biraghi e Candreva ammoniti e in seria difficoltà dal primo minuto, un ingresso del pimpante Lazaro al termine dell’intervallo poteva essere una soluzione, così come quello di Politano, miglior Nerazzurro della scorsa stagione e impiegato con il contagocce fin qui. Tornando al mercato, i giocatori arrivati nella sessione estiva hanno fin qui rispettato o superato le attese: i numeri di Lukaku in campionato sono sotto gli occhi di tutti, e la coppia Barella-Sensi è diventata imprescindibile per il centrocampo Nerazzurro, oltre che per quello della Nazionale. Per Conte però non è questa la gente che può far fare il salto di qualità alla squadra, e dirlo senza mezzi termini pubblicamente non avrà fatto sicuramente piacere a chi indossa quella maglia.

La sensazione è che il tecnico volesse mantenere alta la tensione nell’ambiente Nerazzurro, per evitare altri rilassamenti generali come quello di Dortmund, e per fa si che ognuno faccia il suo da qui al termine della stagione per provare a competere ai livelli desiderati. I modi però mettono la società di fronte a un bivio: abbassare la testa di fronte all’allenatore designato per la definitiva rinascita o far valere la propria autorità con il rischio di andare verso una guerra interna? L’unica cosa certa è che una parte di tifosi non sarà per nulla soddisfatta a prescindere, e che per Conte questa non è la strada giusta per far dimenticare il passato ai cuori Nerazzurri.