Il sogno si è realizzato già da qualche giorno: Matteo Berrettini sarà il terzo partecipante italiano della storia a prendere parte all’ATP Masters, l’evento che chiude di fatto la stagione tennistica 2019. E ieri, con il sorteggio dei due gironi – chiamati in onore di André Agassi e Björn Borg – è stato fatto un ulteriore passo verso domenica 10 novembre, il giorno dell’esordio. La sorte ha dato in dote a Matteo un girone difficilissimo, quasi improbo. Sulla strada del romano ci saranno infatti Novak Djokovic e Roger Federer, oltre che Dominic Thiem, un tennista già incontrato due volte – con una vittoria e una sconfitta – nelle ultime settimane.
Il debutto londinese avverrà contro il numero due del mondo, Djokovic, appena scavalcato da Nadal in vetta alla classifica ATP. Non ci sono precedenti tra loro: sarà una sfida completamente nuova, resa stimolante dal tipo di gioco del campione serbo. Naturalmente Berrettini parte svantaggiato nei pronostici, soprattutto perché Djokovic riesce ad abbinare qualità – tenuta fisica e solidità da fondocampo – che potrebbero infastidire Matteo. Ma si tratta comunque di una partita affascinante che, se non altro, avrà il compito di far crescere ulteriormente il tennista azzurro.
Contro Federer e Thiem saranno altre due sfide in salita. Il fuoriclasse svizzero ha già battuto Berrettini agli ottavi di Wimbledon. Anche facilmente, per la verità, visto il punteggio eloquente (6-1 6-2 6-2, ndr). Ma Berrettini ha più volte ricordato come quella partita abbia fatto scattare in lui qualcosa di nuovo, di diverso. Forse non è un caso che alla disfatta di Wimbledon sia seguita quell’accelerazione di prestazioni e risultati che ha gli ha permesso di conquistare Top Ten e Masters. Sulla carta contro Thiem sarà la gara più alla portata, visti soprattutto i precedenti: è vero che l’austriaco è considerato in gran spolvero e lo ha battuto recentemente nel torneo di Vienna, ma Matteo conserva il ricordo della vittoria in semifinale a Shangai.
Berrettini ha però un vantaggio rispetto a tutti gli altri partecipanti. Può giocare tranquillo, senza troppe pressioni. Sa di aver ottenuto molto raggiungendo le Finali e che tutto ciò che verrà d’ora in avanti sarà di guadagnato. Anche se dovesse mancare la qualificazione alle semifinali, il suo bagaglio di esperienza ne uscirebbe arricchito. Perché quando giochi certi tornei, in una cornice di pubblico così importante e contro i tennisti più forti del mondo, puoi solo trarne giovamento. E allora forza Matteo: non pensare al risultato a tutti i costi, per prima cosa divertiti e facci divertire. Come sempre, poi, si vedrà.