Come si può spiegare, almeno in parte, il ritardo del Napoli in classifica, rispetto a Juventus e Inter? Dopo dieci giornate, i bianconeri comandano con 26 punti, a ruota i nerazzurri con 25, mentre gli azzurri sono soltanto sesti a 18 punti, cioè ben sei in meno nei confronti della capolista. La squadra di Maurizio Sarri è, attualmente, la seconda difesa del campionato con 9 reti al passivo. La migliore, a sorpresa, è l’Hellas Verona di Juric, che di gol ne ha subìti appena 8. Non a caso, il millennial Kumbulla è il difensore-rivelazione di questa stagione. Ma non divaghiamo. Terza sul podio, l’Inter ha concesso fin qui 10 reti, mentre il Napoli, più attardato, ha sul groppone già 13 centri a suo danno. La media di 1,3 gol a partita.
Se torniamo all’estate, però, e ai giudizi di mercato, dobbiamo ricordare quali fossero le opinioni emerse dai sondaggi sulla miglior difesa costruita in sede di trattative. E, senza ombra di dubbio, la diga composta da Manolas e Koulibaly, coadiuvata dai terzini Di Lorenzo e Ghoulam, è stata giudicata la più forte e impenetrabile. Nemmeno l’acquisto sensazionale di De Ligt (tra i difensori più cari di sempre) aveva smosso le quote. Com’è possibile, allora, ritrovarci i numeri e le statistiche di cui sopra? Una spiegazione, forse, c’è: se ci pensiamo bene, in queste prime dieci giornate quante volte abbiamo visto giocare insieme il difensore greco e quello senegalese a difesa della porta di Meret? In effetti pochissime, soltanto in 3 occasioni Manolas e Koulibaly hanno comandato la difesa partenopea e, a dire il vero, la porta si è mantenuta tutt’altro che inviolata. I due, infatti, erano presenti nelle prime due giornate di campionato, in cui il Napoli ha affrontato prima la Fiorentina, quindi la Juventus. Due partite ricche di gol e con risultato speculare: 3-4 degli uomini di Ancelotti al Franchi, 4-3 per la squadra di Sarri a Torino. Con tanto di autogol di Koulibaly. La terza apparizione, invece, all’ottava giornata contro l’Hellas Verona e, per fortuna, è andata meglio: 2-0 e tutti a casa. Il totale è impietoso: 7 gol subìti in tre gare, cioè 2,3 gol di media al passivo.
Se facciamo un confronto con le battistrada della Serie A, si capisce ancora meglio perché questo ha, finora, fatto la differenza. La Juventus, infatti, ha dovuto fare i conti, dopo la prima giornata, con l’infortunio occorso a Giorgio Chiellini, una colonna della squadra bianconera. Maurizio Sarri, così, ha dovuto optare per la coppia composta da Bonucci e De Ligt che, in questo primo scorcio di stagione, è scesa in campo in Serie A in 7 occasioni su 10 sfide. E, se anche se si imputa al giovane difensore olandese un’acerba indole e qualche ingenuità di troppo (vedi i falli di mano in area), finora la retroguardia di Sarri ha subìto meno di un gol a partita. Infine l’Inter che, fino al Derby d’Italia, ha comandato il campionato. Il trio granitico formato da Godìn, De Vrij e Skriniar ha trovato la titolarità contemporanea in 5 gare su 10, cioè la metà esatta delle partite fin qui giocate. Si aggiunge, però, il dato che certifica che almeno due di questi tre, a turno, hanno giocato insieme altre 4 volte. Cioè o Skriniar con De Vrij o Godìn o l’olandese con gli altri due o, infine, l’uruguaiano alla stessa maniera. Skriniar non ha saltato nemmeno una gara, si è ritrovato in una sola occasione (alla 2° giornata) a dover difendere la porta di Handanovic insieme a compagni inediti come D’Ambrosio e Ranocchia. La media di 1 gol esatto subìto a partita non può far troppo felice Conte, ma la sensazione è che ci siano ampi margini di miglioramento e che i tre, soprattutto, siano già in sintonia.
A seguito di tutti questi dati, pare evidente che Manolas e Koulibaly, individualmente eccellenti difensori, trai migliori d’Europa in marcatura, non abbiano avuto ancora modo di amalgamarsi reciprocamente. Il senegalese, poi, ha dovuto salutare, alla fine della scorsa stagione, un senatore come Raul Albiol, con cui l’intesa era perfetta. Sono questi fattori pesanti, che spiegano bene la fragilità difensiva del Napoli ed il conseguente distacco in classifica. Ancelotti ci ha potuto fare ben poco, perché, a parte il sempre presente Luperto (tra panchina e campo), ha dovuto rinunciare a turno sia a Manolas e Maksimovic per infortunio sia a Koulibaly per squalifica, dopo l’espulsione contro il Cagliari. E ha proposto ben 7 difese diverse in dieci giornate. Praticamente, quando non ci sono stati Manolas e Koulibaly contemporaneamente, il pacchetto arretrato è cambiato ad ogni partita. Una squadra che intende competere per la vittoria finale in campionato non può, evidentemente, avere una tale alternanza e mancanza di punti di riferimento nella zona più pericolosa del campo. È su questo aspetto, più di tutti gli altri, che Ancelotti ed il suo staff dovranno lavorare maggiormente per riportare il Napoli nelle zone alte di classifica e placare l’umore nero dei tifosi, stufi di aspettare una gloria che non arriva mai.