Renzetti, il dado è tratto: via Celestini, avanti Jacobacci sulla panchina del Lugano
Il presidente del Lugano Angelo Renzetti, ieri a Cornaredo, dopo la scoinfitta casalinga contro il San Gallo, non aveva voluto parlare con i giornalisti. Solo oggi aveva rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni della RSI, che lo aveva cercato la telefono, sottolineando la necessità che Celestini facesse un cambio di rotta. Poi, questa sera, all’improvviso, un annuncio via Twitter che rimandava a un comunicato stampa, che sotto riportiamo integralmente.
“L’FC Lugano comunica che in data odierna Fabio Celestini è stato sollevato dalla guida tecnica della prima squadra. La decisione è caduta dopo aver svolto una profonda analisi della situazione, analisi necessaria dopo le prestazioni della squadra in occasione delle recenti partite di Campionato, Coppa e UEFA Europa League.
Il club ringrazia Fabio Celestini per il suo operato e gli augura il meglio per il suo futuro privato e professionale.
La guida della squadra è stata affidata a Maurizio Jacobacci, già allenatore del Sion in Super League e fino ad oggi sulla panchina dell’AC Bellinzona. A tal proposito, l’FC Lugano ringrazia il club granata per averne favorito il passaggio in bianconero.
La società comunica che Jacobacci non rilascerà alcuna intervista fino alla conferenza stampa di presentazione, che coinciderà con quella pre-partita di Lucerna-Lugano. I dettagli sullo svolgimento della stessa saranno comunicati nelle prossime ore.”
Siamo rimasti francamente sorpresi, anche se il personaggio ci ha abituato a queste decisioni. In tribuna stampa c’era infatti la convinzione che si sarebbe arrivati comunque almeno al termine del girone d’andata. La situazione è sicuramente difficile: tuttavia, non si può dire che sia disperata, non fosse altro perché manca davvero tanto al termine del campionato.
Il Pres, invece, ha deciso che la misura era colma. Le ultime due prestazioni, contro Malmö e San Gallo, lo hanno probabilmente convinto che il tecnico romando non avesse più il polso della situazione. Oggi, tra l’altro, un durissimo editoriale del Corriere del Ticino aveva evidenziato le carenze della guida tecnica dei bianconeri.
Noi possiamo solo evidenziare come, sovente, alle parole del tecnico non seguissero poi gli auspicati miglioramenti. In più di un’occasione ci siamo trovati a constatare le difficoltà a trovare la via della rete da parte dei ticinesi, a fronte di dichiarazioni che parlavano di idee, occasioni e altro. Tuttavia, non sono mai stati trovati dei correttivi o delle soluzioni nuove.
Vero: i gol gli sbagliavano i giocatori. Però è anche vero che ieri pomeriggio il San Gallo, nella prima frazione, ha creato di più, e ha avuto occasioni per segnare prima del vantaggio (registriamo, per dire, sullo 0-0, un vero miracolo di Baumann su Itten). Celestini, a fine partita, parlava di primi 35′ giocati pressoché alla pari. A questo punto, non possiamo che trovarci d’accordo con Pelizzari del CdT il quale, appunto, ha titolato il suo editoriale “Ma così si mortifica la realtà”.
Il Pres è stato raggiunto dalla RSI dopo la notizia della decisione. Ecco le sue principali dichiarazioni: “Non è mai bello dover allontanare un allenatore, ma sono cose che fanno parte del calcio. Abbiamo sbagliato tutti: società, allenatore, giocatori. Crediamo sia il modo di provare a dare uno scossone. Celestini è uomo di calcio: credeva nei suoi mezzi, ma era consapevole che, con questi risultati, la società avrebbe potuto prendere questa decisione.”
“I giocatori che abbiamo preso hanno deluso le nostre aspettative, non sono migliori di quelli che avevamo. Jacobacci? Conosce il campionato ed il calcio svizzero in generale, parla la lingua, ha avuto un’esperienza a Sion importante, con una squadra che stava vivendo un momento simile al nostro. È contento: aspettava una possibilità di questo tipo e ha accettato di firmare un accordo fino a giugno. Con il Bellinzona aveva una clausola rescissoria in caso di chiamata da parte di una squadra di Super League.”
Ancora una volta, quindi, Renzetti spariglia le carte: glielo abbiamo già visto fare diverse volte, in questi anni. E, a onor del vero, ha praticamente sempre centrato il bersaglio. Dal progetto Zeman (salvezza, finale di Coppa svizzera, visibilità anche oltreconfine) all’azzardo Tramezzani (terzo posto ed Europa alla prima esperienza da capo allenatore) e tanto altro, il Pres ha sempre tenuto a galla società e club. Non si può non dargli fiducia, nonostante qualche ovvia perplessità.
Forse, a decidere, è stata la presa di coscienza della situazione, nel passato prossimo e nel presente. Noi possiamo solo pensare, col senno di poi, alle parole che ci ha detto Peter Zeidler ieri pomeriggio: “Lo scorso anno qua abbiamo perso. Al fischio d’inizio, non eravamo salvi, né noi né loro. A fine partita, noi abbiamo dovuto aspettare ancora per salvarci, loro sono andati in Europa. Fosse andata diversamente, oggi in Europa League ci saremmo noi.”
Con il suo pragmatismo germanico, il tecnico del San Gallo ha forse centrato il punto: con la classifica corta della passata stagione, la differenza tra la salvezza e la qualificazione europea era davvero minima. Tutti (forse), invece, abbiamo pensato di essere davanti a un gruppo fortissimo. Renzetti, ieri pomeriggio, guardando la classifica e le statistiche, dopo mesi passati a parlare di qualità del gruppo, ha avuto invece l’illuminazione, optando per una scelta magari di basso profilo, ma concreta: assumere un tecnico che, due stagioni fa, ha salvato il Sion. E che, quest’anno, dovrà farlo con il Lugano.