Estero

Lugano, un muro da scalare alto come quello di Castel Grande

Dal nostro inviato a Lugano (CH)

Fabio Celestini, nelle dichiarazioni del dopo partita, ha parlato di “muro” rispetto alle difficoltà che la sua squadra incontra per fare gol. A noi è subito venuto in mente Castel Grande a Bellinzona: non certo una visione che farà piacere agli appassionati sottocenerini, ma tant’è.

I numeri dicono infatti che i bianconeri, sinora, sono andati a bersaglio in 11 occasioni, delle quali solo 2 tra le mura amiche (dove non si sono mai imposti in questa stagione). Un bilancio desolante: in casa, sinora, persino il Thun, ultimo in classifica, ha messo a segno 5 reti.

In trasferta, tutto sommato, i ticinesi sono andati in gol in 9 occasioni, subendo solo 8 reti (14 in totale). La retroguardia, sinora, è forse il reparto che ha fatto meglio, fermo restando che (per rimanere alla sfida con il San Gallo) le reti sono comunque frutto di alcuni errori di posizionamento dei ragazzi in maglia bianconera. Ma è sicuramente davanti dove la squadra appare deficitaria: complessivamente, peggio ha fatto solo il Thun, ultimo in classifica.

Perché il Lugano non segna? Sicuramente, manca qualcosa in fase di finalizzazione. Certo, Gerndt non è una prima punta. Però, lo scorso anno, ha trovato diversi gol da calcio piazzato, o con qualche conclusione da fuori area. Quest’anno, sinora, in campionato non ha mai segnato. Junior, probabilmente (assente contro il San Gallo per un problema fisico) sta pagando psicologicamente la mancata partenza. Tuttavia, con questo rendimento, difficilmente troverà una sistemazione di suo gradimento.

Holender sta deludendo: da lui ci si aspettava decisamente di più. L’ungherese, lo scorso anno, in patria, aveva fatto molto bene: evidentemente, lo scarto tecnico tra il torneo ungherese e quello svizzero è molto maggiore di ciò che si credeva. Oppure, più semplicemente, il giocatore non riesce a trovare l’intesa con i compagni e i giusti ritmi. L’ex attaccante della Honvéd di Budapest ha anche perso, ieri, un pallone a centrocampo che ha poi consentito ai Brodisti di segnare la seconda rete dell’incontro: in definitiva, per lui (e non solo) un pomeriggio da dimenticare.

Anche Bottani è andato incontro a una domenica terribile. Subentrato a Rodríguez (senza infamia e senza lode la prestazione del fratello del terzino milanista) in soli 25′ ha rimediato un’ammonizione per proteste e un rosso diretto per un intervento piuttosto duro su Itten. Forse, commentava Celestini a fine partita, lo ha tradito la voglia di rendersi utile alla causa, in un momento nel quale il gol di Aratore aveva riaperto l’incontro. Però, che un giocatore della sua esperienza perda la testa in quel modo appare un segno di nervosismo eccessivo, con tutto ciò che consegue.

A parole, a fine partita, i giocatori che abbiamo sentito (Custodio, Aratore) hanno confermato di essere con il tecnico. Il presidente Renzetti ha invece evitato di parlare con i giornalisti: ma, conoscendolo, lo farà probabilmente nelle prossime ore. Celestini rimarrà? Probabilmente si, anche se il Pres ci ha abituati alle sorprese. Quello che non vediamo, però, è un’alternativa valida immediata (disponibili ci sono Sforza, che però non allena da tempo, e pochi altri). Sui forum e sui social, i tifosi sono divisi: ma diversi di loro stanno prendendo le distanze dal tecnico losannese. Normale, quando i risultati non arrivano. E, negli ultimi tempi, anche le prestazioni non soddisfano il pubblico.

In definitiva, la partita di Lucerna, la prossima settimana, ci dirà qualcosa in più. I confederati, sabato sera, sono usciti dalla Maladière di Neuchâtel con le ossa rotte: però, per batterli, è servito alzare i ritmi. Tra l’altro, i neocastellani avevano dalla loro il vantaggio di giocare sul sintetico, oltre ad avere in squadra un giocatore (Nuzzolo) che, nonostante l’età, è ancora in grado di creare gioco (anche se ha mandato fuori, seppur di poco, nella ripresa, una bella occasione per chiudere l’incontro).

Il Lugano visto ieri pomeriggio è invece apparso sovente impreciso negli appoggi, nella costruzione di gioco, facendosi talvolta sorprendere anche nella retroguardia che, pure, è il suo punto forte. Servirà uno spirito diverso, e tante altre cose che, ieri pomeriggio, a Cornaredo, non si sono viste.

Tornando al discorso precedente, quella bianconera è la terza difesa del torneo, dopo Basilea e Young Boys che giocano un campionato a sé, anche se il San Gallo, che segue a ruota, è una bella realtà. Veloci, concreti, sostenuti da un pubblico caldo, un buon amalgama tra giovani ed esperti. Il loro tecnico Zeidler, con il quale ci siamo intrattenuti a fine partita, preferisce comunque parlare di salvezza. Per ora.