La partita di Mertens e l’abbraccio di Insigne. Ancelotti ha di che sorridere
Non è stato un Napoli perfetto. Ma la vittoria serviva e la vittoria è arrivata. Contro un Salisburgo mai domo, trascinato da un super Haaland, vero incubo della difesa azzurra e autore di una doppietta. Ancelotti porta a casa tre punti fondamentali che confermano il primo posto e il punto di vantaggio dal Liverpool, vincente contro il Genk. Il calendario, come da tradizione Champions, vedrà ancora di fronte partenopei e austriaci nella prossima gara, in programma il 5 novembre al San Paolo.
FATTORE MERTENS – C’è poco da fare, l’unico intoccabile per Ancelotti è Dries Mertens. Cambiano i partners, ma lui è sempre lì, a reggere l’attacco napoletano. Il belga è un autentico mattatore: si dà un gran da fare, come suo solito, spaziando in lungo e in largo. Diventa ben presto una spina nel fianco della difesa austriaca con le sue progressioni e i suoi tagli. E dopo 17′ sblocca il match al culmine di una classica azione in profondità. Si vede che si trova in uno stato di forma invidiabile, perché quando gli austriaci affondano in contropiede è uno dei primi a tornare a centrocampo per dare una mano ai suoi compagni. Anche nel secondo tempo, quando si pensa che le energie possano essere quasi esaurite, dà il suo contributo alla causa riportando avanti il Napoli sul 2-1. Un gol facile, direbbero alcuni: ma in certe zone bisogna esserci e Mertens si fa sempre trovare pronto.
MALCUIT CROCE E DELIZIA – Ancora una volta Ancelotti si affida a Kevin Malcuit a destra e a Giovanni Di Lorenzo a sinistra. Il franco-marocchino spinge con costanza, creando spazi importanti per i suoi compagni. È semmai in fase difensiva che sorgono i problemi: il rigore dell’1-1 viene procurato da un suo intervento scomposto e spesso mostra qualche limite difensivo di non poco conto. Ma nel secondo tempo torna a essere incisivo e, grazie a una sua progressione, permette a Mertens di battere imparabilmente Coronel.
CASO INSIGNE? MACCHÈ! – L’ennesima esclusione europea poteva far pensare a un rapporto ormai logoro con Ancelotti. Anzi, qualcuno aveva già messo in preventivo una convivenza impossibile e un addio certo – di uno dei due – a fine stagione. Ma quando Lorenzo Insigne ha realizzato il gol del definitivo 3-2, è corso a cercare il suo allenatore. Certo, non gli ha riservato un abbraccio selvaggio alla Gattuso, ma il gesto dell’attaccante non è passato inosservato. Una mossa che ha tranquillizzato i tifosi e che ha messo a tacere le voci relative a un suo possibile malumore nei confronti di Ancelotti. Bravo Lorenzo.