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Stadio Tardini Parma - Copyright: Frandesco Davide Scafà

Nei quartieri alti della classifica c’è un inquilino che non ti aspetti. A pari punti con la Lazio e a sole quattro lunghezze dalla zona Champions. D’accordo, ancora è troppo presto per indicare il Parma come una sorpresa del campionato. E probabilmente arriveranno periodi di magra in cui la squadra di D’Aversa farà fatica. Ma la strada intrapresa è quella giusta e sta dando i suoi frutti.

Il Parma, per la verità, ha cambiato pochissimo rispetto alla passata stagione. E probabilmente è proprio questa la sua forza. È una squadra modellata sui dettami e sulle esigenze del proprio allenatore. Non gioca in maniera spettacolare per tutti i novanta minuti; apparire bella non gli interessa un granché. Ma sa essere perfettamente cinica, anche grazie alle doti dei suoi calciatori migliori. Contro il Genoa, pur privata di Inglese dopo pochi minuti, è riuscita a rimpicciolire gli avversari e a sfruttare ogni minimo errore. Come un pugile che parte sulla difensiva ma che non si lascia l’opportunità di sferrare il colpo vincente.

È il Parma dei presunti comprimari. Di Cornelius, autore della sua prima tripletta italiana. Di Kulusevski, giovane attaccante esterno che si sta mettendo in luce a suon di prestazioni. Di Iacoponi, uno dei leader di una difesa che sembrava aver perso molto con l’addio di Bastoni. In questo momento il Parma è un giocattolo che funziona. Ed è anche grazie ai suoi interpreti meno appariscenti che sta lasciando un’impronta notevole nel campionato di A.