Sull’ottovolante, contromano. Il debutto di Rudi Garcia sulla panchina del Lione è un mezzo passo falso, l’ennesimo per una piazza che vive ormai da settimane sull’orlo di una crisi di nervi. Otto partite senza vincere in campionato, compreso il k.o nel derby pre-sosta contro il Saint-Etienne che aveva catapultato Sylvinho lontano dal sedile di comando. L’ex tecnico della Roma, preferito dalla società (leggasi Aulas più di Juninho) all’altro candidato forte, Laurent Blanc, è stato battezzato, pronti, via, dai tifosi della Virage più accesa del Parc OL (“la nostra pazienza sarà identica al rispetto che tu hai mostrato nei confronti del club: nulla”, si legge nello striscione esposto al momento dell’ingresso in campo) e, quel che più conta, non ha riportato niente più di un pareggio contro l’attuale ultima della classe, il Digione.
Uno zero a zero bugiardo, pochi dubbi, che ha stampato come un autografo il nome di Alfred Gomis, ex portiere della SPAL che ha trasformato la confidenza difensiva di una squadra arrivata nella Ville de Lumières per strappare un punto completando la missione. Che poi l’OL abbia creato tanto, soprattutto nella seconda parte, senza concretizzare è un refrain già visto per una squadra che non vince in Ligue 1 da due mesi (il 6-0 sull’Angers risale al 16 agosto) e che ora, deve prepararsi alla trasferta di Lisbona provando a cerca in Champions League quella scintilla che, in campionato, tarda ad arrivare. Il cambio di modulo, con il ritorno al “naturale” 4-3-3 confinando in soffitta la difesa a tre vista nel derby e contro il Lipsia, l’addio alle lunghe ma poco proficue sedute tattiche del suo predecessore, il percorso individuale con l’obiettivo di recuperare singolarmente i protagonisti di una squadra che doveva essere la più accreditata delle rivali per il PSG e che invece ha due punti di vantaggio sull’ultima piazza. Questi i punti di Garcia per la risalita dell’OL che, visto il debutto, rischia di essere tanto lunga quanto complicata.
A frustare la classifica, nelle zone alte, c’aveva pensato proprio il PSG, dilagando (4-1) nell’anticipo di Nizza. Il secondo gol in Ligue 1 di Mauro Icardi è servito come ciliegina su una torta preparata a dovere dal talento di Angel Di Maria (doppietta, con tanto di pallonetto del momentaneo 2-0 da sigla tv) e rifinito dal rientro con gol, ça va sans dire, di Kylian Mbappé, all’interno di una partita che il Nizza ha consegnato nelle mani avversarie con una doppia clamorosa ingenuità, i due rossi nella azione a Cyprien, per intervento (contestato) su Paredes e a Herelle, colpevole di aver colpito proprio l’ex romanista con inopportuno schiaffetto durante le proteste. Sul punteggio di 1-2, ad un quarto d’ora dalla fine, la sliding door della partita si è spalancata, allargando un divario tecnico evidente ma, sino a quel momento, non del tutto evidenziato. Un risultato, quello dell’Allianz Riviera, che vale doppio per il PSG, grazie anche ai (non) risultati delle concorrenti, più o meno dirette.
Il Nantes lascia le penne in Lorena, a regalare i tre punti all’ex fanalino di coda Metz è Habib Diallo, capocannoniere a quota sette gol, la brutta copia del Lille viene ridimensionata a Tolosa (1-2), nel giorno del debutto sulla panchina delle violette di Antoine Kombouaré, tornato in pista dopo aver salvato, al barrage, il Digione mentre l’Angers sbatte su Larsonneur, portiere di un Brest che strappa il bottino allo Stade Kopa grazie all’ex monegasco Cardona. A sorridere, oltre ad un PSG già a +5 sulla seconda dopo dieci giornate, è il sorprendete Reims, evidente upgrade della squadra che dominò a champagne in Ligue 2 e che, con gli stessi ingredienti, ha occupato comodamente i sedili della parte sinistra della classifica l’anno passato. Oggi, l’ingrediente chiave di chef Guion, è la difesa, come dimostrano i soli quattro gol subìti in questo primo quarto di campionato (uno in meno del PSG) e come evidenziato dall’ennesimo 1-0 di questa stagione, rifilato al Montepellier, utile per agganciare il terzo posto.
Nel weekend in cui sembra conclamata la rinascita del Saint-Etienne, due vittorie su due con Puel in panchina dopo il rigore a tempo scaduto di Bouanga che ha regalato il successo in casa del Bordeaux, festeggia anche un pizzico d’Italia grazie ad Arturo Calabresi, ex Bologna ora ad Amiens, decisivo all’ultimo dei cinque minuti di recupero con il gol che ha raggiunto sull’1-1 a domicilio il Nimes. A proposito di rinascite e di guizzi last second, merita menzione Wissam Ben Yedder, sempre più uomo-copertina nel Monaco: la sua doppietta apre e soprattutto chiude sul 3-2 la sfida con il Rennes, dopo che i bretoni avevano ribaltato il punteggio ed il “gemello” Slimani aveva firmato il provvisorio 2-2, due sigilli che gli valgono il primo posto in classifica marcatori a quota otto con la media esatta di un gol a partita e che rappresentano un’iniezione di fiducia per tutto l’ambiente del Principato.
A proposito di fiducia, prende quota il Marsiglia, grazie al 2-0 nel posticipo del Vélodrome sullo Strasburgo. Kamara apre dopo 3’, Strootman chiude i conti su rigore allo scadere, Villas-Boas arriva al Classique di domenica contro il PSG a -8 dai rivali di sempre ma a tre soli punti dal secondo posto, senza troppo da perdere e con tutto, o quasi, da guadagnare.