SBK che Passione – Quella polemica tra Rea e Laverty
Con le classifiche già ben determinate, la 12/a tappa del Mondiale SBK in Argentina, sul circuito di San Juan, avrebbe dovuto svilupparsi all’insegna della sola e unica prestazione motoristica. E invece il ritorno al successo di Alvaro Bautista sulla Ducati – il primo da futuro centauro Honda – in gara-1 e la “solita” doppietta di Jonathan Rea su Kawasaki in Superpole Race e in gara-2 sono passati in secondo piano.
Questo per quanto accaduto alla vigilia di gara-1. La temperatura della pista era aumentata andando oltre le previsioni, facendo comparire alcune pericolosissime e scivolosissime chiazze di catrame a simboleggiare lo scioglimento di certi tratti d’asfalto. Una situazione certo non di sicurezza, che aveva invitato i piloti a riunirsi per decidere se correre o meno. Alla fine, si è corso ma in sei hanno deciso di fermarsi: i due Honda Kiyonari e Camier, i due Yamaha CRT Cortese e Melandri, Chaz Davies sulla Ducati ufficiale. Ed Eugene Laverty, pilota del Team Goeleven che gestisce una Ducati privata. Quest’ultimo, a tal proposito, non è stato certo tenero con Rea.
In poche parole, Laverty ha accusato Rea di essere poco coraggioso e incoerente. Il cinque volte Campione del Mondo avrebbe prima dato parere favorevole alla protesta, per poi però gareggiare lo stesso. Utilizzando termini forti ed espliciti. Dando il là a una polemica che, per ora, ha vissuto solamente il passaggio dell’innesco. Alla fine i sei centauri “ribelli” non sono stati puniti dalla FIM (Federazione Internazionale Motociclistica) e Rea, al momento, ha deciso di non rispondere al collega. Per evitare che accadano incomprensioni del genere, comunque, la soluzione è sempre la stessa. Vale a dire, un regolamento uniforme per tutte le gare. Ci sono chiazze di catrame in pista? Bene, si stabilisca fin da inizio campionato se in questa occasione si possa correre oppure no. In maniera da stroncare sul nascere qualsiasi tipo di discussione