Primo Piano

Le 7 Marce, Gp Giappone – Mercedes, onore ai campioni

Gran Premio del Giappone, 17/a tappa del Mondiale di Formula 1 2019. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Suzuka con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.

Viaggia in 7/a marcia, la Mercedes – La Casa di Stoccarda conquista il sesto titolo mondiale Costruttori consecutivo in Formula 1, uguagliando l’epopea della Ferrari e di Micheal Schumacher, sei volte iridata tra il 1999 e il 2004. Lo conquista nella gara più inaspettata, dato che la prima fila tutta Ferrari e la quinta pole position consecutiva della scuderia di Maranello, faceva presagire ben altra corsa. Invece Bottas 1°, Hamilton 3° e il successo Mondiale è servito. E chi vince va sempre sia onorato e bisogna fargli i complimenti. Congratulazioni.

Viaggia in 6/a marcia, Valtteri Bottas – Ogni tanto si dimentica di essere (sportivamente parlando) al servizio di Hamilton. Ed è un piacere vederlo guidare da “smemorato”. In qualifica si mette dietro il suo ingombrante compagno di squadra, in partenza brucia le Ferrari. E si merita la strategia di “favore” che la Mercedes gli riserva, andando a conquistare il Gran Premio nipponico.

Viaggiano in 5/a marcia, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel – Nel circuito dei duelli e delle polemiche tra Senna e Prost, l’inglese della Mercedes e il tedesco della Ferrari danno vita a un corpo a corpo degno dei 9 (quasi 10) titoli mondiali da loro posseduti. Un duello che, a proposito di Senna, ha ricordato quello che il brasiliano e Mansell ingaggiarono a Monaco 1992 e che va a finire proprio come in quell’occasione. Vale a dire con chi è davanti che riesce a resistere alla pressione di chi è dietro. Con una fondamentale differenza. Senna a Monaco festeggiò la vittoria, Vettel si deve accontentare di celebrare un secondo posto.

Viaggia in 4/a marcia, Daniel Ricciardo – Dopo che la qualifica non era andata bene, l’australiano riesce a far risalire la Renault al sesto posto, a suon di sorpassi e ottima gestione della gomme (soprattutto nella prima fase con le medie), portando in dote alla scuderia francese punti importanti per consolidare la quinta piazza nel Mondiale Costruttori.

Viaggia in 3/a marcia, Max Verstappen – Poteva essere il suo Gran Premio, anzi doveva essere il suo Gran Premio in quanto pilota di punta dei motorizzati Honda e dato che si correva sul circuito di proprietà della casa automobilistica giapponese. Invece, la qualifica non va come dovrebbe. Prova a rimediare in partenza, ma ritorna il Verstappen del 2017, quello che considerava il via come non ci fosse un domani. Pretende troppo alla prima curva e – seppur anche il ferrarista ci metta del suo – si aggancia con Leclerc, rovinando irrimediabilmente la sua gara.

Viaggia in 2/a marcia, Sergio Perez – Chi troppo vuole, nulla stringe, suggerisce la saggezza popolare. Un proverbio che probabilmente il messicano della Racing Point ignora, quando tenta il tutto per tutto per passar Gasly all’ultimo giro andando però a finire a muro e non portando a casa nessun punto, compromettendo la corsa al sesto posto costruttori della scuderia inglese.

Viaggia in 1/a marcia, l’Alfa-Sauber – L’ottimo momento – almeno da punto di vista delle qualifiche – della Ferrari corrisponde al pessimo periodo della scuderia svizzera col marchio del Biscione. Raikkonen e Giovinazzi lontani dalle posizioni che contano in qualifica, lontanissimi e mai competitivi per la zona punti. Difficile, continuando così, fare meglio del nono posto nel Mondiale.