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Sì, il San Luca meriterebbe il Mondiale

Sabato scorso si è disputata la 102/a edizione del Giro dell’Emilia, la classica del ciclismo italiano che si è conclusa, come sta capitando da qualche anno a questa parte, in cima alla salita che porta al Santuario di San Luca, a Bologna. Uno strappo di 2200 metri, con la pendenza media del 10,8% e punte del 18%, presso la famosa “Curva delle Orfanelle“.

Un Giro dell’Emilia vinto da un grandissimo Primož Roglič. Lo sloveno della Jumbo-Visma, fresco vincitore della Vuelta a España che, all’ultima delle cinque ascese previste sul San Luca, ha salutato la compagnia con un’accelerata delle sue imponendosi proprio dove lo scorso 11 maggio aveva vinto la cronometro individuale d’apertura del Giro d’Italia, indossando la Maglia Rosa.

Un ordine d’arrivo a dir poco regale, quello del Giro dell’Emilia. Dietro Roglič, la coppia Education First formata da Woods e da Higuita e poi Mollema, Valverde, Ulissi, Latour, Fuglsang, Bernal (vincitore del Tour de France) e Brambilla. Mentre l’ultima scalata è risultata “fatale” a Vincenzo Nibali, che si è staccato. Insomma, un ordine d’arrivo e di partecipazione di tutto rispetto. Ma non è una novità che il Giro dell’Emilia attiri corridori di alto rango. Questo perché si tratta di una corsa di un giorno dove possono essere protagonisti non solo gli specialisti delle classiche, ma anche gli interpreti delle Grandi corse a tappe.

Un circuito di 9,3 chilometri che alterna due strappi (non solo il San Luca, ma anche una breve contropendenza in discesa) a due veloci discese, senza un metro di pianura eccezion fatta per il breve rettilineo che conduce alla Porta del Meloncello, laddove il San Luca ha inizio.

Un circuito che non ti lascia respiro e che ripetuto più volte diventa assolutamente selettivo. Un circuito che sarebbe a dir poco spettacolare se fosse teatro di un Campionato del Mondo.

Certo, magari il chilometraggio per giro sarebbe un po’ ridotto. Ma basterebbe allungarsi un po’ tra le strade di Bologna per ottenere un circuito di 14-15 chilometri che sarebbe perfetto per una prova iridata. Immaginare un testa a testa tra i grandi del ciclismo sul San Luca per la maglia bianca con i colori dell’iride? Per ora solo un sogno, ma chissà in futuro…