In Primo Piano

Squinzi e la grande Mapei degli anni ’90

Nella tarda di serata di ieri, è mancato Giorgio Squinzi. 76 enne, imprenditore bergamasco nel settore dell’edilizia e Presidente di Confindustria, ha scritto pagine importanti nello sport. Nel calcio, certo, con il Sassuolo preso in C2 e portato in Serie A e in Europa League. Ma, non ce ne vogliano i tifosi neroverdi, se pensi a Giorgio Squinzi e allo sport, inevitabilmente pensi al ciclismo e alla Mapei. Senza tanti giri di parole, la squadra più forte del mondo.

Nove anni di attività, dal 1993 al 2002, 653 vittorie. Una macchina da guerra nelle Classiche del Nord con 5 Parigi-Roubaix (2 con Ballerini, 2 con Museeuw e una con Tafi), 3 Giri delle Fiandre (2 con Museeuw e uno con Tafi), i due squilli di Paolo Bettini alla Liegi-Bastogne-Liegi. Per tacere di 3 Gand-Wevelgem e 2 Giri di Lombardia. Grandi Giri? Tante tappe, ben 33 tra Giro, Tour e Vuelta ma “appena” 2 vittorie finali, tutte con lo svizzero Tony Rominger: la Vuelta 1994 e il Giro 1995. Manca, in questo palmarés, la Milano-Sanremo.

Un’avventura anche tecnica. Perché, dopo un anno con la Viner nel 1993, Squinzi si legò a Colnago. E con il costruttore brianzolo introdusse il telaio al carbonio per correre la Parigi-Roubaix. Era il 1994, tutti quanti presero per pazzi i due, poiché quel materiale – dicevano gli “esperti” – non avrebbe retto alle sollecitazioni del pavé dell’Inferno del Nord. Risultato? Terzo posto con Ballerini, prologo del dominio Mapei con i già citati 5 successi, tra cui l’arrivo in parata nel 1996 con Museeuw davanti a Bortolami e Tafi.

Nel 2002, l’addio come sponsor principale. Una scelta dovuta ai casi di doping che purtroppo attanagliarono il mondo del ciclismo in quegli anni, compreso quello che colpì Stefano Garzelli in quel Giro d’Italia 2002 dove il varesino era capitano Mapei. Ma l’amore con le due ruote era troppo forte. La Mapei rimase nell’ambiente come sponsor principale dell’UCI e sponsorizzando il Centro Sport Mapei di Olgiate Olona, diretto da Aldo Sassi fino alla morte dello stesso nel dicembre 2010.

Insomma, un personaggio che tanto ha dato al mondo del ciclismo, scrivendone da imprenditore pagine importanti di storia. E che mancherà tantissimo.