La squadra gira bene, l’organizzazione no
Sono passati 155 giorni da Brescia-Ascoli, dalla matematica certezza che il prossimo campionato le rondinelle l’avrebbero disputato in Serie A. In un’estate frenetica tra mercato e lavori allo stadio, i problemi a inizio ottobre non sembrano ancora essere stati tutti risolti.
La squadra in campo è orchestrata molto bene da Corini e con un mercato mirato e organizzato alla perfezione da Cellino in persona, la salvezza non pare di certo essere impossibile nonostante gli zero punti e tanto bel gioco rimediati contro Juventus e Napoli. Balotelli, fiore all’occhiello della campagna acquisti, si sta integrando rapidamente e dopo aver saltato le prime quattro giornate per squalifica, ha già timbrato il cartellino nella trasferta di Napoli ed è ora pronto a caricarsi sulle spalle tutte le responsabilità nelle prossime sfide più abbordabili e decisive.
La prima problematica saltata alla luce dopo la promozione in Serie A è senza dubbio lo stadio: il Comune e la società Brescia Calcio sono arrivati all’accordo di affitto dell’impianto cittadino per nove anni con Cellino quindi libero di investire soldi per apportare le migliorie necessarie alla struttura per far sì che la squadra non abbandonasse la sua storica (sotto tutti gli aspetti) casa. In tre mesi di lavori spediti, giorno e notte, Cellino è riuscito in tempo a rendere agibile il Rigamonti per la prima in casa (dopo aver chiesto di giocare le prime due partite in trasferta), anche se mancano ancora gli ultimi dettagli marginali come i teli dietro la gradinata e l’installazione dei maxi schermi.
Alla prima partita in casa contro il Bologna però sono arrivati i primi problemi organizzativi, apparentemente normali per una società al debutto nella massima serie: cancelli aperti tardivamente, fiume di gente in coda a lamentarsi sotto il caldo e quindi conseguente mancanza di controlli all’ingresso. Ma come dicevamo prima, al debutto in casa dopo otto anni e con uno stadio “quasi nuovo” qualche intoppo di rodaggio era stato messo in cantiere.
Nella seconda partita al Rigamonti però si è toccato anche il peggio nonostante i problemi sopra elencati siano stati prontamente tamponati con l’apertura anticipata dei cancelli dello stadio. I disguidi infatti sono cominciati nei giorni antecedenti la gara, e che gara: la partita più attesa dell’anno, Brescia-Juventus. I giorni passavano e di biglietti in vendita neanche l’ombra con i tifosi comunque in coda fuori dallo store ufficiale nonostante nessun comunicato dalla società.
A sei giorni dalla partita ecco i biglietti in vendita, ma inizialmente solo per curva nord e tribuna ed esclusivamente allo store. Due giorni più tardi la società, dopo l’ok ricevuto dalla questura, ha rilasciato anche i tagliandi di gradinata e curva sud, sempre esclusivamente presso il proprio store. La gente si è riversata in città per accaparrarsi i preziosi tagliandi e la coda in strada ha raggiunto parecchi isolati; per comprare un tagliando in media ci si doveva sobbarcare un’attesa minima di cinque o sei ore vista la lentezza e la scarsa organizzazione. Non sono mancati momenti di tensione perché si sa, l’attesa e la stanchezza porta nervosismo e sono dovute intervenire più volte le forze dell’ordine per calmare i bollenti animi dei tifosi imbufaliti.
La soluzione pare essere tanto facile quanto ovvia: perché non aprire le vendite online? Nessuna coda e la gente da casa è tranquilla nell’acquistare i biglietti in totale autonomia, ma la società pare non essere favorevole visto che per la prossima partita in casa contro il Sassuolo ha ripetuto inspiegabilmente le stesse modalità di vendita, salvo poi correggersi e ritornare sui propri passi il giorno seguente. Nel 2019 dovrebbe essere la prassi, ma almeno le lamentele dei tifosi sono arrivate dritte al punto: un’altra coda chilometrica non è più ammissibile e così vedremo per le prossime partite di cartello, come contro l’Inter a fine ottobre.
Oltre tutto questo caos, la società manca di comunicazione: nessun avviso ai tifosi su quanti biglietti erano rimasti al termine di ogni giorno e quindi grande incertezza se valeva la pena mettersi in coda per comprare un biglietto magari non più disponibile nel settore desiderato. I messaggi postati poi su social e sito internet sono spesso imprecisi e incompleti, come è capitato con gli errori nel comunicare le designazioni arbitrali delle partite o l’impossibilità di leggere i comunicati per problemi legati al server.
La squadra in campo non sfigura e la salvezza può e deve essere la chiave per dare tempo e quindi esperienza a questa società che vuole migliorare per essere grande sotto tutti gli aspetti, dal campo alla scrivania.