La vittoria più bella? A questa domanda semplice semplice, qualsiasi atleta risponderà con una delle seguenti due opzioni:”la prossima” o “l’ultima”. Siamo pronti a scommettere che se ponessimo il quesito a Jonathan Rea lui risponderebbe con la seconda possibilità.
Già, perché il quinto titolo mondiale SBK consecutivo conquistato dal nordirlandese della Kawasaki sul circuito di Magny Cours in Francia, è senz’ombra di dubbio il più bello. Per un semplice motivo: è stato il più duro dei 5 da conseguire.
Rea si è trovato dinanzi un fiero avversario, il binomio composto dallo spagnolo Alvaro Bautista e dalla Ducati Panigale V4. Un avversario che ha collezionato 11 vittorie nelle prime 11 gare. Rea sembrava dover abdicare. Ma è stato qui che si è dimostrato un campione dalla caratura eccezionale.
Intelligentemente, il nordirlandese ha raccolto in quelle prime 11 gare altrettanti secondi posti, riuscendo a limitare i danni e confidando in una pronta ripresa della Kawasaki. Detto, fatto.
A Imola i primi acuti del 2019, e da Assen in poi un trionfo. In contemporanea, Bautista si suicidava (sportivamente parlando, ovvio) collezionando una serie di “zeri’ pesanti che prima lo hanno chiamato fuori dalla lotta per il Mondiale e poi lo hanno convinto a non rinnovare con la Ducati e a passare alla Honda per il Mondiale SBK 2020.
Ecco, tutta qui, tutta “banalmente” qui la differenza. Nei momenti difficili, Rea e Kawasaki hanno fatto squadra, Bautista e Ducati no. E chi fa squadra quando le cose non vanno per il verso giusto, merita poi di trionfare.