Estero

Un Lugano senza carburante: Celestini in bilico

Dal nostro inviato a Lugano (CH)

Un’altra sconfitta, per il Lugano. Questa volta, a violare il campo di Cornaredo, è stato lo Xamax. Solo sei punti, quindi, in queste prime nove giornate, per Sabbatini e compagni, frutto di una sola vittoria (a Zurigo nella prima giornata) e di 3 pareggi. Per i sottocenerini la partenza peggiore dal loro ritorno nella massima serie, avvenuto nel 2015.

I neocastellani hanno fatto una partita onesta, chiudendo bene gli spazi a un avversario lento e senza fantasia, e provando a rendersi pericolosi quando ne hanno avuto l’occasione. I romandi possono tra l’altro contare sull’apporto di un giocatore come Nuzzolo, decisamente superiore alla media dei calciatori della Super League svizzera. E non è un caso che la rete sia partita proprio da una sua intuizione, che ha consentito a Karlen di presentarsi solo davanti a Baumann, al 27′, superandolo con un delizioso tocco da sotto.

E il Lugano? troppo lento e prevedibile, ieri, l’undici di Celestini, incapace di crearsi occasioni da rete, al contrario di ciò che avevamo visto giovedì a Ginevra. Quando è accaduto, poco prima del fischio finale del primo tempo, Junior, lanciato in un corridoio sulla destra da un bel passaggio di Aratore (forse l’unico spunto dell’ex San Gallo in tutto l’incontro), ha tirato forte, ma centrale.

Nel secondo tempo il tecnico bianconero ha gettato nella mischia Holender e Gerndt, a supporto di Junior e Dalmonte, ma i suoi non sono riusciti a fare l’indispensabile cambio di ritmo per girare le sorti dell’incontro, che si è quindi chiuso con la vittoria dei neocastellani.

A fine partita, Celestini, in zona mista, è apparso amareggiato: “Sono deluso per la ciò che abbiamo fatto oggi, ma non ho nulla da rimproverare ai ragazzi. Oggi non siamo stati brillanti, abbiamo perso tanti duelli individuali perché arrivavamo secondi sul pallone. Ho visto un gruppo determinato, con tutti che remavano dalla stessa parte. Sono conscio della delicatezza della situazione: purtroppo non bastano l’impegno e il lavoro in settimana in allenamento e sul campo. Ci vogliono i risultati, e quelli non arrivano. A volte penso che basterebbe vincere una partita, una sola, per ribaltare questa situazione.”

Anche il presidente Renzetti ha parlato con i giornalisti:“La fiducia a Celestini? Devo averne per forza. Non ho ancora pensato a un esonero: rifletterò nei prossimi giorni. È evidente che questi ritmi, con una partita ogni tre giorni, rendono difficile qualsiasi soluzione: nel calcio non ci sono persone con la bacchetta magica. Però sono sconcertato: a Ginevra avevamo fatto bene, mentre oggi ho rivisto il primo tempo contro il Lucerna.”

Capitan Sabbatini ha confermato che la squadra è con il tecnico: “In campo ci andiamo noi, le occasioni le sbagliamo noi. Per il resto, abbiamo parlato con il presidente e gli abbiamo detto come la pensiamo.”

Qual’è, quindi, il male oscuro del Lugano?  La nostra sensazione (e non solo, visto che è stato anche il pensiero del capitano) è che la squadra sia in debito di carburante, giocando ogni tre giorni. Tuttavia, ragionando in zona mista con altri personaggi dell’ambiente calcistico cantonale, non è un mistero che, nel 2017, all’esordio in Europa League, i ticinesi erano andati in Israele con una comitiva che comprendeva 6 giocatori non convocati. Questa volta, a Copenhagen, erano 16 + 1.

Infortuni e affaticamenti muscolari. Certo, la situazione, due anni fa, di questi tempi, non era facile: è passato poco tempo in fondo, e l’abbiamo vissuta da dentro. Però, è un dato di fatto che allora i bianconeri correvano di più e l’infermeria era vuota, rispetto a oggi.

In definitiva, manca carburante. La rosa sarà anche competitiva, sulla carta: ma se poi arrivi sempre secondo sui contrasti, vieni spesso battuto sui duelli individuali, se gli avversari corrono più di te e ti vanno via (come in occasione del gol, ieri pomeriggio), tutto diventa più difficile.

Il lavoro, quindi, non è solamente sulla mentalità. Celestini sostiene che si corra più con la testa che con le gambe, e può darsi che abbia ragione, sotto il suo punto di vista. Però, è anche oggettivo che la squadra non abbia la forza di fare quel cambio di ritmo che, in certe situazioni, sarebbe fondamentale.

Lo Xamax, oggi, non era il Basilea, ma una squadra onesta, ben messa in campo, ma con tanti limiti di tecnica individuale, palesati per esempio nei 10 minuti che hanno seguito il vantaggio, quando hanno avuto almeno un paio di belle occasioni, che non hanno saputo trasformare. La sensazione, in tribuna, è che un Lugano più cattivo e concreto avrebbe potuto almeno pareggiare.

La squadra sottocenerina non subisce tanti gol (merito anche di un Baumann che sta crescendo rispetto alle balbettanti prestazioni della scorsa stagione): però, ne ha segnato solo uno nelle ultime cinque partite, in tutte e tre le competizioni. E se non segni, al massimo pareggi.

Invece, serve la vittoria. Almeno per vedere se, davvero, un’affermazione sarà in grado di guarire i mali che affliggono la squadra di Celestini. La cui panchina, com’è naturale che sia (e della cosa ne è consapevole anche il diretto interessato) oggi è più che mai in bilico. Affaire à suivre, insomma.