Il successo di Berrettini: una strada da seguire
L’immagine di Matteo Berrettini a terra quasi incredulo dopo aver battuto Gaël Monfils nei quarti di finale degli US Open resterà impressa nella memoria degli appassionati di tennis per molti anni. Un italiano infatti torna in semifinale a New York quarantadue anni dopo Corrado Barazzutti (sconfitto nell’occasione da Jimmy Connors nella famosa partita in cui l’americano scavalcò la rete per cancellare un segno).
Il successo di Berrettini, che da lunedì sarà numero 13 del ranking ATP, porta però il tennis italiano in una nuova dimensione, mai raggiunta prima. Perché mai nessun tennista azzurro aveva raggiunto prima d’ora un simile risultato sui campi in cemento. Il tennis maschile in Italia sta vivendo un momento d’oro, come testimoniano i recenti successi di Fabio Fognini, l’esplosione di Jannik Sinner e i tanti azzurri tra i primi centro del Mondo.
Berrettini sta dimostrando che anche in Italia si può costruire in giocatore la cui superficie preferita risulta essere il cemento. Senza voler sminuire la clamorosa semifinale ottenuta da Marco Cecchinato due anni fa al Roland Garros, questo risultato è ancora più straordinario proprio perché va “contro” la storia tennistica italiana.
Il servizio e il diritto di Matteo sono in questo momento tra i colpi migliori del circuito, ma non deve passare sotto traccia l’atteggiamento del romano classe 1996. Sempre convinto di poter vincere, contro Monfils molti si sarebbero sciolti dopo aver commesso un doppio fallo sul match point in vantaggio 5-3. Lui invece ha ripreso il filo del discorso e, nonostante la rimonta del francese, è sempre stato avanti nel punteggio. Questa forza mentale gli ha permesso di avere altre cinque occasioni per conquistarsi la semifinale.
Ora per lui un match da sogno in semifinale questa notte contro Rafael Nadal, super favorito per conquistare il titolo dopo l’eliminazione di Djoković. Comunque vada la strada tracciata da Berrettini resterà una pietra miliare per il tennis italiano, che ha dimostrato (e sta continuando a farlo vedendo i progressi di Sinner) di saper finalmente costruire giocatori adatti anche a superfici diverse dalla terra battuta.