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Lugano, adesso sono quattro: il Basilea stende 2-1 i bianconeri

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Quarta sconfitta consecutiva, per il Lugano, a Basilea. Un 2-1 dalle tante facce. Quella di Baumann che, ieri, ha forse giocato la sua miglior partita da quando si trova in Ticino. 11 i tiri nello specchio della porta da parte dei renani: se solo 2 si sono insaccati, molto è dovuto all’ex portiere del Wil che, ieri, in alcuni momenti, ha tenuto in piedi, praticamente da solo, la baracca ticinese.

Le altre facce sono state quelle di Celestini, che ha visto la propria squadra giocare con lo spirito giusto solo nei 20′ finali. Quelle di Holender e di Aratore, che hanno avuto sui piedi il pallone giusto per pareggiare, rispettivamente nel primo tempo e nella ripresa. La faccia di Marić, ieri al rientro, protagonista di un’azione in area avversaria quanto meno dubbia, ma che anche il VAR ha valutato regolare.

Troppo poco Lugano, per un Basilea che, con questa vittoria, è tornato in testa alla classifica della Super League, dopo due anni. Diversi i giocatori che non hanno reso come ci si aspettava: il tecnico, a fine partita, ai microfoni della RSI, ha detto, per evitare equivoci, che “Non si può giocare in 7 contro 11: in questo modo, i risultati non arrivano. Soluzioni? Testa bassa e lavorare.” 

I sottocenerini, privi dell’infortunato Gerndt, con Custodio squalificato e Bottani tenuto precauzionalmente in panchina, per via delle non perfette condizioni fisiche, sono scesi in campo con Vécsei e Lovrič, al fianco di Sabbatini, che avrebbero dovuto dare chili e qualità, con Junior e Holender di punta. Al rientro, in difesa, Marić.

I padroni di casa, come prevedibile, hanno pressato in alto i bianconeri i quali, tuttavia, pur trovandosi in una situazione tattica favorevole, hanno faticato non poco a ripartire con efficacia. I renani, al contrario, arrivavano abbastanza facilmente al tiro, e, al 27′, hanno trovato il vantaggio con l’ex Xamax Ademi, che ha finalizzato un bellissimo scambio con Bua.

Prima del riposo, il Lugano si è ritrovato a protestare vivacemente per una trattenuta, in area, dell’ex Cömert ai danni di Marić. Al 44′, Holender si è trovato davvero vicino a pareggiare: tuttavia, dopo essersi ben liberato in area, ha mandato alto sopra la traversa, da buona posizione.

A inizio ripresa, uno svarione difensivo di Lavanchy ha smarcato Ademi davanti a Baumann: fin troppo facile, per l’attaccante, mettere in rete la sfera per un 2-0 che ha indirizzato decisamente l’esito dell’incontro. I padroni di casa hanno continuato a macinare gioco, per poi sollevare il piede dall’acceleratore nell’ultimo quarto d’ora.

A questo punto, bianconeri hanno trovato, all’86’, il gol che ha riaperto l’incontro, grazie al neo acquisto Dalmonte, proveniente dal Genoa. Con il Basilea in apnea, i ticinesi hanno tentato il miracolo: ma l’urlo di panchina e tifosi è rimasto strozzato in gola quando Aratore, ha sprecato la palla buona, facendosi parare la conclusione da Omlin.

A fine partita, nella zona mista del St Jacob-Park, un deluso Celestini ha incontrato la stampa, dopo le prime dichiarazioni in campo agli inviati della RSI. Ecco le sue principali dichiarazioni (FC Lugano): “Sono arrabbiatissimo. Questa mancanza di continuità sui 90 minuti ci mette in pericolo. Ma il fatto che i momenti decisivi si siano girati a favore degli avversari significa che manca qualcosa a livello di competitività, di voglia conquistare i tre punti.”

Il tecnico ha poi continuato: “Questa cosa è frustrante. Sarebbe più facile accettare una sconfitta quando gli avversari si dimostrano nettamente superiori: così, è più difficile. Bisogna trasformare questa frustrazione in energia positiva. Certo, avremmo potuto pareggiare alla fine: ma non è questa la via.”

Ora, la sosta della nazionale e poi, sabato 14, la trasferta a Losanna per la Coppa svizzera. Per Celestini sarà un ritorno a casa: ma bisognerà invertire la rotta, in attesa della ripresa del campionato, che vedrà la compagine ticinese a Cornaredo, contro il Lucerna, anch’esso in difficoltà, dopo queste prime 6 giornate. Prima ancora, giovedì 19, ci sarà il debutto europeo in Danimarca, a Copenaghen: insomma, giornate difficili, ma esaltanti al tempo stesso. Serviranno però risultati, per recuperare quella fiducia che, giorno dopo giorno, sembra scomparire.