Le 7 Marce, Gp Belgio – Leclerc come (purtroppo) Isolde Kostner a Garmisch
Gran Premio del Belgio, 12/a tappa del Mondiale di Formula 1 2019. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Spa-Francorchamps con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Charles Leclerc – L’evento che aspettava fin da quando era bambino, vale a dire la prima vittoria in Formula 1 al volante della vettura più desiderata del Circus, la Ferrari, è arrivato. Avrebbe voluto fare tre salti mortali e dieci capriole dalla contentezza. Ma la morte di Anthoine Hubert, suo grande amico, avvenuta nella corsa di Formula 2 sabato ha giustamente quasi azzerato qualsiasi tipo di festeggiamento. Non è la prima volta che accade nello sport. Nel 1995, Isolde Kostner colse la sua prima vittoria in Coppa del Mondo di Sci Alpino, aggiudicandosi la discesa libera di Garmisch. In quella giornata, però, l’austriaca Ulrike Mayer perdeva la vita a causa di una caduta. Dando il là a una splendida carriera. Non hai potuto celebrare la prima, Charles. Ne celebrerai altre, ne siamo sicuri.
Viaggia in 6/a marcia, Alexander Albon – La parola “pressione” sembra non trovare spazio nel vocabolario di questo pilota thailandese. La prima gara da “promosso” sulla Red Bull doveva essere un tranquillo apprendistato, considerata la partenza obbligata dal fondo della griglia per scontare la penalità dovuta al cambio di motore (eredità di Gasly). Invece, complice anche un’ottima strategia della Red Bull, a suon di sorpassi (Ricciardo, Gasly, Kvyat e Pérez le sue vittime) si porta a casa un grandissimo quinto posto. Un esordio con i controfiocch che rende contenti Marko e Horner.
Viaggia in 5/a marcia, Lewis Hamilton – Sta “invecchiando” bene. Nel senso che l’esperienza gli sta insegnando quando mettere a tacere l’animale da corsa che convive con lui e quando far mettere sulla cattedra il ragioniere, in maniera da portare a casa il massimo bottino possibile. Cosa che l’inglese della Mercedes ha fatto perfettamente a Spa, con un secondo posto che lo avvicina al suo sesto titolo mondiale.
Viaggiano in 4/a marcia, Sergio Pérez e Daniil Kvyat – Nel gruppone dei piloti “medi” tra quelli dei 3 top team e quelli della Williams Kubica e Russell, il messicano della Racing Point e il russo della Toro Rosso sono quelli che si esaltano maggiormente sul circuito delle Ardenne. Mettendo nel carniere un sesto e un settimo posto tutt’altro che disprezzabili e che muovono la classifica costruttori delle due scuderie.
Viaggiano in 3/a marcia, Lando Norris e Antonio Giovinazzi – Due gare splendide, quelle dell’inglese della McLaren e dell’italiano dell’Alfa-Sauber. Rovinate per entrambi all’ultimo giro. Con il pugliese che va a sbattere a 200 km/h, per fortuna senza conseguenze, mentre era nono e con la McLaren dell’inglese che si mette in antistallo proprio all’inizio dell’ultima tornata mentre era quinto. Ragazzi, prendetela con filosofia, anche questa è esperienza.
Viaggia in 2/a marcia, Sebastian Vettel – Per un po’ ci aveva sperato quando, dopo la prima girandola di sosta ai box, si era trovato in vetta alla classifica. Purtroppo per lui si sono combinati due fattori: un pit stop troppo anticipato e, soprattutto, una pessima gestione degli pneumatici da parte della sua Ferrari SF90. E ha dovuto dare strada a Leclerc su “suggerimento” della squadra. Circostanza più umiliante in corsa per un pilota non esiste.
Viaggia in 1/a marcia, la tristezza – Partiamo da un duro ma chiaro presupposto. Negli sport motoristici, il rischio può essere ridotto ma mai del tutto annullato. Se corri a 300 km/h, sai benissimo che sei sul filo del rasoio. Lo sapeva anche Anthoine Hubert. Certo, la sua dipartita ha scioccato tutti. Lui è il primo però – e sottolineiamo “è” – che i motori continuino a rombare. La tristezza? La mettiamo in 1/a marcia. E lì resterà.