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Ligue 1, Rennes 3 su 3! Angers all’altezza del PSG, Brest ancora imbattuto

Rouge et noir. Non c’è tifoso in Francia che abbia avuto un risveglio migliore di chi ha questi due colori nel cuore e, di base, sta a Rennes. Perché alla Meinau contro lo Strasburgo (a metà del playoff di Europa League contro l’Eintracht) è arrivata la terza vittoria in altrettante uscite di campionato e perché, complice un calendario a singhiozzo che darà in settimana possibilità di replica a Nizza e Lione (le altre due a punteggio pieno), i bretoni possono guardare tutti dall’alto dopo 270’. Nove punti su nove, di per sé un dato che serve il giusto, specie pensando allo scorso torneo quando nella stessa identica situazione c’era il Digione, poi salvo soltanto al barrage contro il Lens. Paragoni statistici a parte, la squadra di Julien Stéphan sembra aver ripreso il filo con cui aveva chiuso lo scorso campionato, quello di un gioco fluido, ordinato, magari incapace di rubare gli occhi ma chiaro soprattutto nei compiti e negli interpreti.

Due su tutti, Clement Grenier (poco più di una parentesi, la sua, in maglia Roma) capace di tornare al gol dopo undici mesi di astinenza e M’Baye Niang, che questa squadra se l’è ormai caricata sulle spalle dopo aver lasciato più ombre che luci negli occhi dei tifosi di Milan e Torino. Difficile catalogare come episodica la forma di una squadra che per la seconda volta in tre giornate ha avuto un rigore contro e l’ha neutralizzato (a Montpellier fu Salin, contro il Racing il merito va a Mendy, dopo un check VAR lungo 6 minuti!) e che proprio in mattinata, ha riabbracciato il figliol prodigo Joris Gnagnon, tanto per rinforzare la cerniera difensiva. Tutto, insomma, perché questo inizio rimanga un fuoco senza paglia, utile per restare nel gruppo di chi lotterà per l’Europa.

Rouge, senza noir. Tre partite, tre cartellini rossi, la tensione sulla Rocher c’è e si vede. Fabregas nel naufragio contro l’OL, Aguilar nel k.o. di Metz, Jemerson, ieri, contro il Nîmes. Una costante, quella del nervosismo, che sta minando in maniera evidente l’avvio del Monaco, undici contro undici avanti 2-0 (Slimani e Ben Yedder, ovvero la coppia-gol che sembra avere tutto per riportare in linea di galleggiamento i monegaschi), partita in controllo che cambia verso con l’inferiorità numerica, richiamando vecchi fantasmi e consentendo a Les Crocos di strappare il primo punto in rimonta, sfiorando, nel finale, pure di vincere. In attesa che si chiuda il mercato e, di conseguenza, l’affaire Falcao, è sulla mentalità che Jardim deve lavorare, onde evitare pericolosi paragoni con la stagione scorsa.

Un’annata, quella passata, che Eric Choupo-Moting ha vissuto più da turista che da protagonista a Parigi. Eppure, quando dopo meno di un quarto d’ora Cavani ha alzato bandiera bianca (uno dei due infortuni che portano ansia al Paris Saint-Germain, l’altro è quello di Mbappé, a due settimane dal debutto Champions) è stato proprio l’ex Stoke a prendersi la scena, con una magata in mezzo a quattro avversari chiusa con sassata a battere Reynet, tanto per aprire il muro del Tolosa, crollato nel secondo tempo dopo aver chiuso in parità il primo. L’autogol di Gonçalves, il bis di Choupo, la chiusa di Marquinhos, tutte bollicine d’ossigeno per chi non aveva alternative ad una vittoria larga più che convincente, dopo la sconfitta di Roazhon Park e i mugugni sul rapporto tra la squadra ed il timoniere Tuchel. Il minimo sindacale, insomma, sperando, ora, di non avere brutte notizie dall’infermeria.

In una classifica di Ligue 1 decisamente in divenire, accanto al PSG c’è l’Angers, a quota sei punti dopo i… sei gol subìti dall’OL. La reazione post Parc OL ha portato all’immediata reazione (3-0 al malcapitato Metz, a segno anche Baptiste Santamaria, finito nei radar di alcune italiane in questi ultimi giorni di mercato), quelle stesse risposte arrivate anche da due piazze tanto blasonate quanto dormienti, Bordeaux e Nantes. Paulo Sousa ha trovato la prima vittoria della stagione senza soffrire troppo a Digione (primo gol in Ligue 1 del sudcoreano Hwang Ui-jo) mentre Gourcuff ha sudato prima di sorridere, in undici contro dieci per oltre un’ora alla Licorne, dopo che l’Amiens aveva pareggiato il vantaggio di Coulibaly e prima del gol vittoria di Simon al minuto 84.

Oltre al Rennes, l’unica ad essere imbattuta dopo tre giornate è la matricola Brest, tornata in Ligue 1 con cautela e approccio controllato (tre partite, mai più di un gol segnato in ciascuna uscita), ma difesa attenta e senza fronzoli: l’1-0 al Reims porta la firma di Gaëtan Charbonnier, ex di turno nonché capocannoniere della scorsa Ligue 2. Il modo migliore per mettere fieno in cascina e navigare a vista sì, ma con fiducia.