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Pressing altissimo: così Giampaolo sta rivoluzionando il Milan

La gara pareggiata contro il Manchester United ha messo in mostra un Milan tonico e vivace, capace di giocare alla pari contro una squadra blasonata come i red devils. Stiamo parlando di calcio estivo, quindi ogni considerazione va fatta con molta cautela, ma i primi indizi sul lavoro di Giampaolo sono molto positivi. La squadra scesa in campo a Cardiff era composta per undici undicesimi da giocatori che vestivano la casacca rossonera anche la scorsa stagione, eppure raramente nel periodo in cui Gattuso sedeva sulla panchina del diavolo abbiamo visto questi ragazzi giocare così bene.

La formazione iniziale presentava due scelte forzate riguardanti giocatori impiegati fuori ruolo e solitamente non titolari, nella fattispecie Castillejo e Borini. Eppure, nonostante ciò, il Milan ha disputato un’ottima partita, a tratti prendendo il sopravvento sullo United. A parità di giocatori, il Milan di Giampaolo sembra già giocare molto meglio rispetto a quello di Gattuso. La più grossa differenza è la gestione del pressing: in queste amichevoli i rossoneri hanno attaccato i portatori di palla avversari molto in alto, pressandoli con ferocia agonistica ogni qualvolta la palla veniva persa in fase offensiva. L’anno scorso Gattuso dichiarò che per fare questo tipo di gioco ci vogliono determinate caratteristiche che la sua squadra non possedeva: probabilmente si sbagliava di grosso.

Nella stagione 2018-2019 il Milan giocava con il baricentro molto basso, creando densità nella propria metà del campo con tutti gli effettivi tranne la prima punta. Questo creava grandi distanze tra il centravanti e il resto della squadra in fase di ripartenza e rendeva i rossoneri pericolosi quasi solamente in contropiede. Contropiede che non è nelle corde di questo Milan, dal momento che non possiede giocatori molto veloci nel reparto avanzato. Un conto è partire in contropiede con dei razzi come Kaká, Shevchenko e Serginho; un altro conto è ripartire con Suso, Çalhanoğlu e Piątek, nessuno dei quali dà il meglio di sé sulle lunghe distanze.

Nel primo tempo della partita contro il Manchester United la squadra di Giampaolo è riuscita a schiacciare gli avversari nei pressi della loro area, con Romagnoli e Musacchio ultimi uomini posizionati ben dieci metri oltre la line di centrocampo. Una squadra cortissima che mira al recupero immediato del pallone, una tattica che in molti la scorsa stagione hanno utilizzato in maniera profittevole proprio contro i rossoneri. Giocando così Giampaolo sfrutta le caratteristiche dei suoi centrocampisti e dei suoi attaccanti, principalmente rapidi di gamba, di pensiero e di esecuzione: rubando palla a una squadra in uscita, gente come Piątek e Suso può essere letale. Sicuramente questo sistema di gioco prevede anche il rovescio della medaglia: nel momento in cui non va a buon fine l’immediato recupero della sfera, il rischio è quello di trovarsi scoperti.

In generale il Milan di quest’anno sembra più frizzante e pericoloso rispetto a quello dello scorsa stagione: lo stucchevole possesso palla fatto di retropassaggi e giocate in orizzontale è stato rimpiazzato da un gioco a due tocchi in cui l’imperativo è ricercare la verticalizzazione. In questa impostazione di squadra si nota l’influenza di Guardiola nell’idea di calcio di Giampaolo: tanti scambi rapidi nel breve, pressing altissimo e giocatori di qualità dalla cintola in su. Dopo anni di difensivismo, il Milan prova a recuperare il proprio DNA.