Gran Premio d’Ungheria, 12/a tappa del Mondiale di Formula 1 2019. Analizziamo quanto accaduto sul circuito dell’Hungaroring con la nostro monoposto fornita da un cambio vintage ma potente a 7 marce.
Viaggiano in 7/a marcia, Lewis Hamilton e la Mercedes – Il pilota più forte dell’ultimo decennio con la vettura più performante dell’ultimo decennio possono fare solo un giro a vuoto (sebbene nel momento meno opportuno, nel Gp di casa in Germania), ma nella gara successiva subito tornano sul pezzo. E così è stato. Un binomio perfetto di aggressività in pista e di strategia al muretto. Colpo da maestro il cambio di gomme che ha consentito ad Hamilton di sopravanzare Verstappen a tre giri dalla conclusione e a ipotecare quello che, salvo imprevisti impensabili al momento, il suo sesto titolo mondiale.
Viaggiano in 6/a marcia, i vecchi leoni – Non solo Hamilton su Verstappen. Saranno state le strategie, saranno state circostanze fortunate, ma sia Vettel, Sainz e Raikkonen, tre vecchi marpioni del Circus hanno inferto una severa ma importante lezione sportiva ai rispettivi rampanti compagni di squadra Leclerc, Norris e Giovinazzi. Il primo salva l’onore Ferrari salendo sul terzo gradino del podio, il secondo e il terzo entrano in top 10 nelle qualifiche, riescono a girare a lungo con le gomme soft e portano a casa un quinto e un settimo posto preziosissimi per McLaren e Alfa Romeo-Sauber. L’esperienza conta, eccome se conta.
Viaggia in 5/a marcia, Max Verstappen – L’olandese volante rompe finalmente il tabù della pole position, diventando il 100esimo pilota di Formula 1 a partire al palo nella storia del Circus. Poi in gara solo un’ottimale strategia Mercedes e un Hamilton in versione martello gli ha impedito di conquistare quella che sarebbe stata la terza vittoria in quattro gare, ma questa corsa lo oramai consacrato a vero rivale dell’inglese.
Viaggia in 4/a marcia, Alexander Albon – Che carattere, questo thailandese della Toro Rosso. Sembrava essere destinato a una corsa anonima, soprattutto dopo il duello a suon di sorpassi perso con il compagno di squadra Kvyat. Invece, con il sostegno di un’ottima strategia e una grande guida restituisce il favore a Kvyat e poi infila Pérez, conquistando un meritatissimo punto.
Viaggia in 3/a marcia, Valtteri Bottas – In questo fine settimana, fa la cosa più difficile, ovvero mettersi alle spalle Hamilton in qualifica. Manca quella “più facile”, cioè mantenere la posizione in partenza. Si fa mettere dietro prima dal suo compagno di squadra e poi da Vettel con due sorpassi di “forza” nei quali danneggia l’ala anteriore, deve fermarsi ai box e rovina la gara. Rimediando alla fine un nono posto che sa di delusione, considerate le prospettive della vigilia.
Viaggia in 2/a marcia, la Renault – Dopo la Germania, altro “0” nella voce “punti fatti”. Le vetture giallo-nere di Ricciardo e Hulkenberg terminano lontano dal decimo posto e vedono le rivali McLaren, Alfa Romeo-Sauber e Toro Rosso timbrare per la seconda volta consecutiva il cartellino. Una stagione che sta prendendo una piega indesiderata, inattesa e, quel che più conta, negativa.
Viaggia in 1/a marcia, la Ferrari – Vero, arriva un terzo posto con Vettel e un quarto con Leclerc. Ma a un’eternità di distacco da Hamilton e Verstappen. E solo perché Bottas finisce subito fuori dalle posizioni che contano e perché Gasly si dimostra ancora una volta non competitivo con la Red Bull. Se le tendenze vengono confermate, solo Spa e Monza rimangono occasioni utili per poter centrare una vittoria. Che, al momento, appare come un miraggio nel deserto.