Home » I Mondiali Femminili 2023 saranno a 32 squadre

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Con voto unanime il Consiglio della FIFA ha approvato l’estensione da 24 a 32 del numero di squadre partecipanti alla Fase finale della Coppa del Mondo femminile: la decisione avrà effetto a partire dall’edizione 2023 per la cui organizzazione figurano, al momento, nove candidature.

La FIFA, infatti, sul proprio sito ufficiale ha annunciato le candidature per l’organizzazione della prossima Coppa del Mondo femminile: si tratta, in ordine alfabetico, di Argentina, Australia, Bolivia, Brasile, Colombia, Giappone, Corea del Sud e Corea del Nord (che hanno presentato una candidatura unica), Nuova Zelanda e Sudafrica. Entro il 4 dicembre scadranno i termini per la presentazione del dossier alla FIFA che poi deciderà a chi affidare l’organizzazione dell’evento, mentre l’assegnazione è prevista nel mese di maggio 2020. Il nuovo provvedimento riguardo la possibile espansione del lotto delle partecipanti ai Mondiali Femminili era stato presentato dalla FIFA in occasione del lancio del processo di candidatura.

La FIFA ha anche avviato contatti con le confederazioni continentali per ridefinire e sviluppare una proposta per l’allocazione degli slot supplementari che saranno assegnati in sede di Consiglio FIFA, come ha detto il presidente Gianni Infantino: “L’incredibile successo della edizione Francia 2019 ha evidenziato in maniera chiara che questo era il momento giusto per compiere passi concreti necessari a favorire la crescita del calcio femminile. Sono lieto di vedere come questa proposta sia ora divenuta realtà. L’allargamento va ben aldilà delle otto squadre supplementari significa che da ora in poi molte altre federazioni struttureranno programmi di sviluppo del calcio femminile avendo la consapevolezza di una realistica opportunità di qualificazione. La Coppa del Mondo è il più importante volano di sviluppo per la professionalizzazione del calcio femminile, ma arriva ogni quattro anni e rappresenta solo il vertice di una piramide ben più ampia. Abbiamo pertanto il dovere, tutti noi di predisporre una piattaforma di lavoro che, in tutte le confederazioni, rafforzi le infrastrutture dedicate al calcio femminile”.