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I giovani italiani in Premier League: non sempre è stata una buona idea

Gli ultimi emigranti in Inghilterra sono stati Patrick Cutrone e Moise Kean, ceduti rispettivamente da Milan e Juventus a Wolverhampton e Everton, ma negli ultimi anni i giovani italiani approdati in Premier League hanno avuto fortune diverse. Da Gattuso a Giuseppe Rossi, passando per Balotelli e Macheda, ecco i nostri talenti passati oltremanica nei primi anni della loro carriera.

Il primo, oltre vent’anni fa, ad arrivare in Gran Bretagna e più precisamente in Scozia fu Gennaro Gattuso: il giovane calabrese lasciò Perugia a soli 19 anni e approdò ai Glasgow Rangers, ma l’esperienza estera durò una sola stagione prima di tornare alla Salernitana. 34 presenze e 3 reti furono un ottimo bottino, ma come Rino sottolineò più volte il fatto di aver lasciato l’Italia così giovane gli servì soprattutto per formarlo sotto l’aspetto caratteriale, cosa che poi fu fondamentale nel proseguo della sua carriera.

L’anno successivo fu la volta di Samuele Dalla Bona, volato al Chelsea ancora prima di debuttare in prima squadra con l’Atalanta. La prima stagione tra le riserve va alla grande vincendo addirittura la scarpa d’oro, mentre dalla successiva entra a far parte dei titolari e debutta sia in Premier League che in Champions League all’età di 19 anni. Due stagioni più tardi passerà poi al Milan dove nonostante vinca una Champions League nel 2003 non riuscirà a mettersi in mostra proseguendo poi la carriera a fari spenti tra Bologna, Lecce, Sampdoria e Napoli.

Il primo golden boy azzurro, Arturo Lupoli, invece approda all’Arsenal da giovanissimo e debutta tra i grandi con il Derby County dove realizza 7 reti alla prima stagione contribuendo alla promozione della squadra nella massima serie inglese. Il suo futuro in Premier League però si interrompe qui: la Fiorentina punta poi su di lui senza però ritrovare quel talento cristallino di cui tanto si parlava e la carriera di Lupoli sfuma piano piano tra prestiti vari in Serie B.

Una storia molto simile a quella di Lupoli vede protagonista Giuseppe Rossi, baby fenomeno condizionato da troppi infortuni. Dal Parma se ne innamora Sir Alex Ferguson e lo porta al Manchester United a soli 17 anni dove in due stagioni realizza 4 reti in 14 presenze. Il bilancio non è quindi positivo e dal Manchester comincia una serie di prestiti che porta Rossi a tornare in Italia tra Parma e Fiorentina, facendo intravedere solo a sprazzi e tra mille problemi fisici quel talento straordinario che lo ha contraddistinto.

Anche tra i pali abbiamo avuto un giovane italiano emigrato in Premier League: si tratta di Vito Mannone che lasciò l’Atalanta nel 2005 per approdare all’Arsenal. Nei gunners però non trova mai il giusto impiego e dopo sette stagioni lascia Londra, ma non l’Inghilterra: continuerà infatti la carriera tra Sunderland e Reading e attualmente difende la porta del Minnesota United.

Nel 2007 è la volta di Federico Macheda: l’attaccante, tifoso della Lazio e cresciuto nel settore giovanile dei biancocelesti, firma un contratto con il Manchester United dove prosegue gli studi e nel frattempo cresce tra le riserve dei Red devils. Nel 2009 debutta col botto in Premier League subentrando e realizzando il gol della vittoria: sembra essere in rampa di lancio, ma quando il Manchester decide di farlo crescere mandandolo in prestito Macheda si perde e non ritrova più sé stesso finendo per vagare come meteora tra Sampdoria, Novara e ora Panathinaikos.

Il caso più lampante di grande talento fallito in Premier League è stato Mario Balotelli: dopo aver lasciato l’Inter nel 2011 si accasa al Manchester City dove in tre anni realizza venti gol, ma si fa notare più per gli episodi fuori dal campo che costringono la dirigenza inglese a cederlo al Milan. Ci riprova però nel 2014, ma anche al Liverpool fallisce malamente con una sola rete in campionato. Sempre dall’Inter è approdato in Inghilterra, sponda Newcastle, anche Davide Santon dal 2011 al 2015 senza mai brillare e costretto a tornare in patria fortemente voluto da Roberto Mancini.

Cutrone e Kean, state attenti! L’Inghilterra è un ottovolante: può issarvi a idoli dei tifosi e in men che non si dica portarvi nel dimenticatoio. God save Patrick and Moise.