Un Arsenal opaco viene sopraffatto dalla maggiore caratura internazionale del Neftchi Baku. In Azerbaijan tra sei giorni i russi avranno soltanto un risultato a disposizione, la vittoria.
Dal sogno all’incubo in poco più di un tempo di gioco. L’Arsenal stecca il tanto atteso esordio europeo e la favola rischia di essere già finita ancora prima di iniziare. Un’eventuale rimonta in quel di Baku non sembra impossibile ma il Neftchi adesso è ampiamente favorito, poiché potrà gestire due risultati su tre con l’apporto del pubblico amico.
La compagine azera non ha sfoderato una prestazione clamorosa, è stata però abile a sfruttare le proprie occasioni dimostrando di essere più abituata a giocare partite di questo livello. Grazie anche ad alcune buone individualità il Neftchi ha colpito appena prima dell’intervallo, legittimando il successo con il palo colpito da nel finale. L’Arsenal, invece, è apparso troppo compassato, farraginoso, e privo di idee in attacco: gli unici sussulti, ad esclusione del gol annullato giustamente nel primo tempo, sono arrivati con le conclusioni di Kombarov e Gorbatenko. Un po’ poco per scardinare una difesa comunque solida e inviolata nelle tre gare disputate fino ad ora nella competizione. A Baku bisognerà sperare nel rientro di Kangwa, assieme a una migliore lettura tattica (pienamente nelle corde) di Cherevchenko. Purtroppo la sessione di calciomercato non ha aiutato l’Arsenal, privato di Bakaev, Mirzov e Djordjevic: Banda, Tudorje e Lutsenko non sembrano affatto sostituti all’altezza. Nella gara di ritorno, però, ogni velleità di qualificazione passerà proprio dal reparto offensivo, che dovrà emulare la performance dell’unica gara giocata in trasferta in questa stagione, il 3-2 ottenuto sul campo del Krylya Sovetov. Il punteggio, seppur negativo, lascia accesa una fiammella di speranza, a una condizione: ora serve soltanto vincere. Con lo 0-1 si resta in vita, con tutti gli altri segni “2” si prenota il biglietto per Israele. La strada è in salita, ma non è ancora del tutto sbarrata.