Home » Larissa Iapichino e un DNA di prestigio

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Boras nella parte meridionale della Svezia è stata il teatro della 25/a edizione dei Campionati Europei di atletica leggera riservati agli Under 20. Per la rappresentativa italiana è stata una manifestazione particolarmente positiva e ricca di medaglie con un bottino finale di cinque ori, tre argenti e tre bronzi; un errore nella staffetta finale non ci ha permesso di superare la Gran Bretagna in cima al medagliere, ma poco importa perché ciò che conta sono alla fine i risultati.

Nel 2017 a Grosseto sui 100 metri brillava la stella di Filippo Tortu con 10.73: l’anno successivo questo ragazzo avrebbe battuto il primato di Mennea diventando il primo italiano a scendere sotto il sacro muro dei dieci secondi. A Boras l’Italia si è confermata nuovamente nell’ambito della regina delle prove veloci conquistando l’oro sia in campo maschile che femminile; Lorenzo Paissan ha fatto registrare 10.44, mentre Vittoria Fontana in 11.20 ha stabilito il nuovo primato nazionale Under 20. Per un solo decimo inoltre la staffetta della 4×100 maschile ha sfiorato il titolo europeo, vinto alla fine dalla Germania.

Dei cinque ori azzurri ce n’è uno in particolare che è riuscito a ottenere una clamorosa visibilità. Ci riferiamo al successo della giovanissima Larissa Iapichino nel salto in lungo con 6.58: atleta fiorentina classe 2002 con un personale di 6.64 registrato a giugno ad Agropoli, che le ha permesso di entrare tra le prime dieci italiane di tutti i tempi in questa disciplina. Ma che cosa ha affascinato i giornalisti italiani? Tante cose a partire dal fatto che Larissa è figlia dell’ex astista Gianni Iapichino ma soprattutto di Fiona May, due volte campionessa iridata, detentrice del record italiano nel lungo e unica italiana a superare i sette metri. Ma questo non basta. Proprio la May nel 1987 vinceva infatti l’oro ai campionati Europei juniores (Allora gareggiava per la Gran Bretagna) con la misura di 6.64 (il personale attuale di sua figlia). Insomma tante coincidenze, un nome un destino e la speranza per l’Italia di avere in futuro una nuova atleta capace di primeggiare nel lungo.

A qualcuno però una piccola tirata d’orecchie va fatta. Se non ci fosse stata la parentela con la May forse questa prestazione sarebbe passata inosservata e non avrebbe trovato la prima pagina del principale quotidiano sportivo. Ben venga che se ne parli, però sarebbe bello che venissero esaltati sempre di più i risultati dei nostri atleti in un momento particolarmente florido come quello attuale.