Alla fine della scorsa settimana, l’AIA ha annunciato una nuova, importante novità in materia di VAR: l’introduzione di un gruppo ristretto di arbitri arrivati alla fine del loro percorso in campo per creare una vera e propria task-force di esperti nell’utilizzo dello strumento, il VAR Pro. La Federazione ha subito individuato quattro nomi, due provenienti dalla Serie A e due dalla Serie B: Banti, Mazzoleni, Nasca e Di Paolo.
La scelta era nell’aria già da settimane e, in effetti, nel mondo arbitrale nessuno è sembrato sorprendersi della nascita di una nuova figura che sembra essere perfettamente in linea con il progetto. La VAR, dopo due stagioni di prove, importanti interventi in soccorso e situazioni ancora in ombra, è ormai uno strumento sempre più familiare agli arbitri italiani, diventati già un modello in tutto il mondo per le loro conoscenze in materia, come dimostrato in più competizioni internazionali. E così, per chi ha concluso la propria carriera, si potrebbero anche spalancare porte alternative rispetto a un ruolo da ufficio (all’AIA, ma anche in diverse società) o da opinionista in tv per giudicare persone, a volte amici, che fino a qualche mese erano “colleghi”: mettere a disposizione la propria esperienza per aiutare gli altri arbitri e rendere lo strumento sempre più preciso.
L’obiettivo di creare un gruppo ristretto e dedito soltanto a quest’attività, d’altronde, è chiaro: cercare di rendere sempre più omogenee le scelte prese attraverso la VAR, superando quelle incertezze che hanno talvolta portato a interpretare episodi simili in maniera differente. La task-force diventerebbe il tramite tra le indicazioni di organi tecnici e arbitri in campo, mettendo a disposizione figure già aggiornate sul regolamento e potenzialmente viste dagli ex colleghi come riferimenti e amici, più che come freddi tecnici. Banti, Mazzoleni, Nasca e Di Paolo hanno l’odore dei campi ancora nel naso e questa sensibilità può essere la carta per capire come riuscire a far luce in modo efficace nei coni d’ombra ancora presenti.
È a partire da questo gruppo, insomma, che l’AIA proverà a creare veri e propri gruppi di esperti in materia, subito da testare per duttilità con le novità introdotte a livello regolamentare. E la prima prova sarà subito relativa ai cambiamenti in materia di falli di mano, l’irregolarità che forse più di tutte ha fatto discutere in questi anni e che, con la nuova formulazione, avrà bisogno assolutamente di linee guida chiare per evitare nuovi fraintendimenti.