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Copa América 2019 – La Top 11

La Copa América 2019 si è conclusa con la vittoria del solidissimo Brasile su uno splendido Perù, ma non dovremo aspettare molto per vedere assegnare nuovamente il trofeo. Già l’anno prossimo infatti Argentina e Colombia organizzeranno una nuova edizione, la prima ospitata da due Paesi. Nel 2024 sarà invece la volta dell’Ecuador. Passiamo ora però all’argomento principale di oggi, la Top 11 del torneo svoltosi in Brasile nelle scorse settimane. Brasile e Perù monopolizzano per forza di cose il nostro 4-3-3, in cui però non mancano le sorprese.

PORTIERE

Alisson (Brasile) – Impossibile scegliere un portiere che non sia Alisson, che ha conquistato la Copa América csubendo un solo gol: quello di Guerrero su calcio di rigore in finale contro il Perù. L’estremo difensore del Liverpool non ha compiuto parate clamorose, ma ha salvato il Brasile nei momenti difficoltà che ci sono stati sopratutto contro Venezuela e Argentina e nei primi minuti della finale contro il Perù. Prima del gol subito da Guerrero, Alisson non subiva una rete da Liverpool-Newcastle 3-2 del 4 maggio. Il portiere brasiliano è giustamente tra i principali candidati al Pallone d’Oro in una stagione in cui ha vinto Champions League e Copa América chiudendo con trentasei partite senza subire reti tra Liverpool e Brasile.

DIFENSORI

Dani Alves (Brasile) – Capitano e leader del Brasile, è stato decisivo con la sua personalità nella conquista del titolo. A trentasei anni è stato comunque una spina nel fianco degli avversari con le sue sovrapposizioni che hanno spesso aiutato Gabriel Jesus. È svincolato dopo l’esperienza col Paris Saint-Germain e siamo sicuri che ci siano molte squadre in lizza per assicurarsi le sue prestazioni nonostante l’età. Ah è stato il giocatore con più passaggi completati e con più contrasti vinti nel torneo.

Marquinhos (Brasile) – Nè Messi né Guerrero sono stati capaci di superare il difensore del Paris Saint-Germain. Marquinhos si è confermato come uno dei difensori migliori del mondo al momento giocando una Copa América perfetta. Con Thiago Silva hanno formato una coppia di centrali insuperabili, come dimostrato dalla statistica che ha visto il Brasile subire un solo gol in tutto il torneo.

Miguel Trauco (Perù) – Il terzino pervuiano è stato una sicurezza durante tutto il torneo sulla fascia sinistra della squadra di Gareca. Senza troppe giocate appariscenti, Trauco è stato perfetto in fase difensiva e ha spinto anche in fase offensiva quando ce n’era bisogno. Chissà se dopo questo torneo potrà lasciare il Flamengo per approdare in Europa.

CENTROCAMPISTI

Arthur (Brasile) – Dopo l’ottima stagione d’esordio in Europa col Barcellona, Arthur si è ripetuto ad alti livelli anche col Brasile giocando un’eccellente Copa América. Quando c’era da costruire l’azione il pallone passava sempre dai suoi piedi, come in occasione del gol del 2-1 di Gabriel Jesus in finale.

Yoshimar Yotun (Perù) – Yotun è stato una delle grandi rivelazioni del Perù firmato Gareca. L’allenatore argentino infatti l’ha reinventato mediano dopo una carriera iniziata sulla fascia. E il giocatore del Cruz Azul è stato decisivo sulla linea mediano perché grazie ai suoi palloni recuperati sono potute ripartire i contropiede della Blanquirroja. Oltre a un torneo di altissimo livello, c’è stata anche la ciliegina sulla torta del gol in semifinale contro il Cile.

Charles Aránguiz (Cile) – Il migliore del Cile. Tecnica pazzesca e grande intensità dall’inizio del torneo alla semifinale. Un gol e tre assist per lui, ultimi oad arrendersi anche nella disfatta contro il Perù. Decisivo per portare fino alla semifinale una squadra non al livello di quelle capaci di vincere due coppe consecutive. Vediamo se finalmente esploderà anche nel Bayer Leverkusen.

Darwin Machís (Venezuela) – Oggetto misterioso nell’Udinese, grande protagonista in Nazionale. Tra le bellissime cose fatte vedere dal Venezuela nella fase a giorni, abbiamo scelto di premiare Machís. La sua doppietta contro la Bolivia infatti è stata decisiva per il passaggio del turno, così come l’ottima prestazione corale con cui il Venezuela ha costretto il Brasile allo 0-0.

ATTACCANTI

Gabriel Jesus (Brasile) – Dopo aver faticato un po’ nel Manchester City dietro ad Agüero, Tite ha deciso si spotarlo schierandolo a destra nel tridente. Mossa azzeccata visto che Gabriel Jesus ha formato con Dani Alves una coppia devastante e ha messo a referto due gol e due assist nella fase finale del torneo.

Everton (Brasile) – La sorpresa del Brasile nella Copa América 2019. In realtà per chi conosce il campionato brasiliano e segue il Grêmio questa è stata solamente una conferma. Cebolinha infatti ha preso il posto di Luan come stella della quadra di Porto Alegre giocando una grandissima prima parte di Copa Libertadores quest’anno. Nel Brasile è partito come riserva, ma appena Tite gli ha dato l’occasione di mettersi in mostra non è più uscito togliendo il posto a David Neres e a Richarlison. Tre gol (capocannoniere insieme a Guerrero) e una velocità devastante in allungo. Il suo valore supera già i cinquanta milioni di euro, vediamo chi sarà disposto a spenderli.

Paolo Guerrero (Perù) – Immortale. Non ci sono altri aggettivi per descrivere El Depredador. Neanche i quattordici mesi di squalifica e un ritorno ufficiale in campo datato aprile 2019 l’hanno scalfito. Paolo Guerrero è stato ancora una volta il trascinatore offensivo del Perù. Tre gol per lui e un nuovo traguardo nazionale peruviana dopo le semifinali di coppa e il Mondiale in Russia. Gli manca giusto un trofeo e state certi che proverà a vincerlo nel 2020 nell’edizione che si giocherà in Argentina e in Colombia. Caccia anche ai record: Guerrero infatti è già il miglior marcatore in attività nella Copa América con quattordici  reti, ma è anche a soli tre gol dal record assoluto (Méndez e Zizinho).

ALLENATORE

Ricardo Gareca (Perù) – il vero fuoriclasse del Perù. Ha preso una squadra che era tra le peggiori del Sud America nel 2015 e l’ha portata due volte in semifinale di Copa América, una volta in finale e ai Mondiali in Russia. Tutto sfruttando la massimo le caratteristiche dei suoi giocatori e formando un gruppo compatto. El Tigre non mollerà la presa: i prossimi obiettivi si chiamano Copa América 2020 e Mondiali 2022.