La nuova Inter di Antonio Conte e Beppe Marotta sta prendendo forma e, tra acquisti già condotti in porto e obiettivi di mercato concreti, per i tifosi nerazzurri si profila un undici che sicuramente potrà competere per le zone alte della classifica. La linea intrapresa è chiara: difesa granitica, ampiezza di gioco per sfruttare le fasce e soprattutto tanta qualità in mezzo al campo, per garantire alla squadra di gestire il pallino del gioco e per creare alternative di sviluppo offensivo sia verso gli esterni, appunto, che per vie centrali, verso le probabili due punte che stazioneranno davanti.
Se l’idea è questa, è chiaro che l’inizio della sessione estiva di calciomercato sta già dando i suoi frutti. Al di là degli obiettivi futuri, però, c’è ancora tanto da fare soprattutto in uscita, visto che la società dovrà piazzare Nainggolan e Icardi e capire le intenzioni di Ivan Perišić, che Conte terrebbe con piacere, ma che ha mercato e potrebbe cedere alle lusinghe di qualche grande club europeo. Senza dimenticare le situazioni relative a Dalbert e João Mário, dati per sicuri partenti, ma al momento ancora in ritiro a Lugano col resto del gruppo. In ogni caso, si parla di patrimoni importanti per la società nerazzurra, con Marotta e soci che non potranno permettersi di sbagliare.
Tornando al mercato in entrata, Nicolò Barella è a un passo dalla firma sul contratto, mentre restano vivi gli obiettivi Džeko e Lukaku per il reparto offensivo, con Piero Ausilio che proprio oggi dovrebbe incontrare lo United per fare un passo avanti concreto nella trattativa. L’acquisto del cagliaritano Barella però è ormai cosa fatta, con il ragazzo che completerebbe una mediana dai piedi buoni e dal grande dinamismo. Se pensiamo al centrocampo dell’Inter di Mourinho (Cambiasso, Stanković, Thiago Motta), siamo praticamente agli antipodi: sicuramente meno fisicità, ma il reparto di oggi non è da meno in quanto a visione di gioco, qualità e dinamicità. Brozović nella passata stagione ha dimostrato di saper far girare la squadra, figuriamoci ora che avrà il supporto di gente come Sensi e Barella.
Due piccoletti ai quali non manca certo la grinta e il carattere. L’ex Sassuolo ha detto di ispirarsi al suo idolo, l’ex Barça Xavi, e in cabina di regia ci sta alla grande, magari alternandosi allo stesso croato; mentre il sardo Barella è perfetto per ricoprire il ruolo di mezzala, lo ha fatto in Nazionale e con la maglia del Cagliari, garantendo sempre un’ottima interdizione, inserimenti sulla trequarti e grande tecnica di base. E in questo senso, l’innesto di Barella e Sensi rende il centrocampo di Conte un po’ meno “nerazzurro” (la fisicità è sempre stata una prerogativa dell’Inter) e un po’ più “azzurro”, a immagine e somiglianza della Nazionale del Mancio, che rinuncia ai marcantoni, lanciando al potere la fantasia, con i piedi buoni di Jorginho, Verratti e, appunto, Barella e Sensi.
Altro azzurro in cerca di riscatto dopo una stagione in chiaroscuro è Roberto Gagliardini, lui sì dotato di quella fisicità mancante ai colleghi, e in questo senso, assieme al collega uruguaiano Vecino, risulta essere prezioso, perché può garantire a Conte un’alternativa importante ai presunti titolari, in una stagione che, tra campionato e coppe, si preannuncia lunghissima. Anche l’ex Atalanta, dunque, si affida a Conte per ritrovarsi e guadagnarsi un posto in Nazionale nell’anno che precede gli Europei. L’Inter di Conte prende forma giorno dopo giorno in quel di Lugano, in attesa che Marotta, Ausilio e soprattutto Zhang facciano il proprio lavoro.