Francia 2019 – Le pagelle delle Azzurre
Il Mondiale Femminile di Francia 2019, che ha visto la vittoria degli Stati Uniti sull’Olanda e il cammino delle Azzurre interrompersi con la sconfitta nei quarti di finale proprio a opera delle Oranjes, è terminato: è arrivato ora, a posteriori, il tempo delle pagelle per le nostre calciatrici.
Laura Giuliani (Juventus): L’esordio contro l’Australia è molto buono, dove per poco non para il rigore di Kerr, ma nella seconda gara contro la Giamaica mostra qualche incertezza di troppo. Si riscatta subito dopo con due grandissime prestazioni contro Brasile e Cina e contro l’Olanda non può fare molto di più di quello che ha fatto. Rimane comunque uno dei portieri meno battuti del torneo, brava in porta e sicura nelle uscite: da migliorare la fase di rinvio. Voto: 6.5.
Alia Guagni (Fiorentina Women’s): Ci sarà un motivo se è stata eletta calciatrice dell’anno nelle ultime due stagioni. Terzino di assoluto affidamento e di ottima spinta sulla fascia di competenza, anche con la maglia azzurra il suo rendimento è costante e sempre positivo: mostra qualche pecca solo nella gara con l’Olanda, forse dovuta a un poco di stanchezza. Potrebbe (e dovrebbe) spingere di più anche in fase offensiva. Voto: 7.
Sara Gama (Juventus): Ci si aspettava molto dal capitano, dopo l’infortunio di Salvai e dopo le prestazioni delle qualificazioni, ma Gama gioca un mondiale non proprio all’altezza della sua fama, mettendo in campo tanta grinta ma anche tanta irruenza, che ci ha portato contro un rigore fischiato (contro Kerr) e uno rischiato (contro Yan Wang): stranamente nervosa, ha alternato cose buone a cose meno buone. Voto: 6.5.
Elena Linari (Atletico Madrid): La vera sorpresa della difesa azzurra, la sua presenza in coppia con Gama le ha permesso di mettere a frutto l’esperienza maturata a Madrid mostrandosi come una delle difensori migliori del torneo, brava di testa e precisa nei passaggi e nelle impostazioni. Considerato che ha dei mezzi fisici importanti e solo 25 anni, ha davanti a sè un futuro di sicuro spessore. Voto: 7.5.
Elisa Bartoli (AS Roma): Comincia il Mondiale in panchina ma, quando entra a inizio ripresa contro l’Australia al posto di Aurora Galli, cambia la gara e il suo Mondiale. Da allora diventa titolare inamovibile nella linea a 4 italiana e si dimostra un terzino grintoso e veloce, spendendo tutto quello che ha in tutte le partite che gioca: quando esce lei contro l’Olanda, prendiamo due gol. Voto: 7.5.
Valentina Bergamaschi (Milan): Sulla carta sarebbe una giocatrice generosa e di rendimento, ma la Bergamaschi versione mondiale è sembrata una lontana parente della Bergamaschi in versione pre-infortunio, forse anche perchè usata qualche volta come terzino e non come centrocampista. Spreca due occasioni da gol che gridano vendetta e viene sempre sostituita da Bertolini. Voto: 6.
Aurora Galli (Juventus): Capocannoniera della squadra insieme a Cristiana Girelli, riesce a dare il meglio di sé da subentrante, come è successo contro la Giamaica e la Cina. Quando viene usata invece dall’inizio non riesce a spaccare la gara e gioca delle prestazioni dimenticabili: il suo rimane comunque un mondiale indimenticabile. Voto: 6.5.
Manuela Giugliano (Milan): Regista dai piedi buoni e capace di precisi lanci e grandi geometrie, in questo Mondiale dimostra di essere cresciuta anche fisicamente e riesce a reggere il confronto con giocatrici dalla stazza più grande. Dall’alto dei suoi 22 anni può crescere ancora tanto e diventare un perno imprescindibile di questa Nazionale. Voto: 7.
Valentina Cernoia (Juventus): Inizia benissimo il mondiale con una grandissima prestazione nella partita iniziale contro l’Australia ma il suo gioco comincia lentamene a calare di livello nelle gare successive fino a terminare con la prestazione scialba contro l’Olanda. Era giusto sostituirla con qualcuna più fresca. Voto: 6.5.
Cristiana Girelli (Juventus): L’attaccante juventino ha il merito di realizzare la tripletta contro la Giamaica che ci qualifica agli ottavi, ma oltre quei gol il suo mondiale è più ombre che luci. Già dalla gara contro l’Australia non era sembrata in forma eccezionale, ma da lì le sue prestazioni calano fino al disastroso primo tempo con la Cina quando viene sostituita da Bertolini al 39′: il suo mondiale termina praticamente lì. Voto: 6.
Barbara Bonansea (Juventus): L’esterno offensivo si presenta al Mondiale con una doppietta che stende l’Australia e tutti da quel momento fanno affidamento su di lei: purtroppo la Bonansea imbocca la stessa parabola discendente di Cernoia e il suo mondiale prosegue con un progressivo calo: considerato che il suo talento è fuori discussione, dovrà migliorare sulla continuità delle prestazioni se vuole diventare una giocatrice di fama internazionale. Voto: 6.5.
Valentina Giacinti (Milan): Utilizzata poco durante la fase a gironi, esplode nella gara contro la Cina, dove si rivela a dir poco letale: la partita contro l’Olanda, purtroppo, la vede sbagliare le poche occasioni che riusciamo a costruire nel primo tempo. Forse potevamo aspettarci di più dalla capocannoniera della Serie A Femminile? Se avesse giocato con più continuità… Voto: 6.5.
Ilaria Mauro (Fiorentina Women’s): Da tempo la Nazionale Italiana sta cercando di risvegliare dal suo letargo il talento di Ilaria ma l’attaccante della Fiorentina non utilizza al meglio il minutaggio concessole dall’allenatrice e il suo rendimento, ovviamente, ne risente. Voto: 5.5.
Daniela Sabatino (Milan): Giocatrice di peso e che è capace di fare reparto da sola, non riesce a pungere come dovrebbe, soprattutto contro la Giamaica. Voto: 5.5.
Lisa Boattin (Juventus): Gioca solo tre partite ma è l’ultima quella indimenticabile: chiamata a sostituire Bartoli in difesa, viene travolta dall’attacco olandese e partecipa alla sconfitta. Considerando che ha solo 22 anni, avrà modo per crescere. Voto: 5.5.
Martina Rosucci (Juventus) e Annamaria Serturini (Roma): Entrambe giocano una ventina di minuti scarsi in tutto il Mondiale, impossibile giudicarle. Voto: sv.
CT Milena Bertolini: L’era post-Cabrini ci ha regalato un’allenatrice che ha riscritto la storia del calcio femminile italiano, e solo questo dovrebbe bastare. La squadra è migliorata nettamente (aspettiamo il balzo in avanti nel Ranking FIFA per capire quanto), ma il suo fidarsi di un gruppo di “fedelissime” l’ha tradita quando, come contro l’Olanda, sono venute a mancare le giocatrici di fantasia. Coraggiosa nei cambi e molto attenta nella lettura tattica della gara, c’è ancora qualcosa da perfezionare, per esempio nella mancata convocazione di alcune giocatrici, ma la strada tracciata è quella giusta. Ora non tocca più a lei ma alla FIGC. Voto: 7.