Mondiali Femminili

Un’avventura fantastica

I Mondiali della Nazionale Italiana di calcio femminile, come è noto, sono terminati ai quarti di finale quando le campionesse europee in carica dell’Olanda hanno battuto 2-0 le Azzurre sul campo di Valenciennes. Non è bastata la determinazione e la volontà delle ragazze di Milena Bertolini, alla fine hanno prevalso il maggiore tasso tecnico, la maggiore esperienza internazionale e una diversa preparazione atletica da parte delle Oranjes.

Se sul campo le ragazze hanno perso, fuori dal campo hanno vinto tutto quello che potevano vincere: lo dimostra per esempio l’ennesimo record in termini di ascolti, con la partita tra Italia e Olanda che è stata vista su Rai1 e Sky Sport da ben 6 milioni 109 mila telespettatori, con uno share del 44.35%. Su Rai 1 la partita è stata vista da 5 milioni 223 mila telespettatori (37.90% di share), con un picco nel secondo tempo di 5 milioni e 360 mila telespettatori (40.26% di share) e con un pre e post partita di circa 2.700.000 spettatori per il 20.1% di share. Numeri importanti che dimostrano come sia stato centrato uno degli obiettivi cardine di questo Mondiale, ovvero rendere il calcio femminile italiano maggiormente visibile: ora tocca alla FIGC e alle calciatrici non disperdere quanto di buono si è costruito per avvicinarsi al tanto agognato professionismo per far crescere ulteriormente il movimento. Ciliegina sulla torta, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrerà la Nazionale Italiana Femminile di Calcio giovedì 4 luglio alle ore 12 al Palazzo del Quirinale.

Tutto questo lo sa bene il CT Milena Bertolini che, nella conferenza stampa conclusiva, ha parlato di punto di partenza: “Credo che ora le ragazze abbiano molta più consapevolezza delle loro qualità. Questo è un punto di partenza, c’è una base per poter lavorare per il futuro. Sono orgogliosa del fatto che le ragazze abbiano fatto conoscere il loro calcio a tutti gli italiani, facendoli appassionare: è questo il vero successo del Mondiale. Volevo ringraziare la Federazione per averci messo a disposizione tutto quello che avevamo chiesto per far bene”.

Dopo aver auspicato che il professionismo diventi presto realtà (“queste ragazze se lo meritano“), Milena Bertolini ha chiesto che non vengano spenti i riflettori sul calcio femminile: “Agli italiani e ai media chiedo di continuare a seguire queste ragazze: più interesse ci sarà più risorse arriveranno, se le ragazze saranno messe nelle condizioni di fare sport ad alti livelli crescerà anche lo spettacolo. Credo che questo Mondiale abbia velocizzato un cambio culturale, ha modificato un po’ la testa degli italiani sul calcio femminile“.

Le emozioni più forti, però, a mio avviso, le ha riservate il post a caldo dell’attaccante del Milan Valentina Giacinti: “Ci dispiace non avervi fatto continuare a vivere un sogno. Ma ognuna di noi ha fatto tutto quello che poteva per questa maglia. Non avremo vinto niente, ma oggi siamo felici, felici di aver vinto nei cuori degli italiani. Grazie a tutti è stata un’avventura fantastica”. Non ti devi scusare di nulla, Valentina, ma siamo noi a dover chiedere scusa a te, Laura, Chiara, Rosalia, Elisa, Lisa, Laura, Sara, Alia, Elena, Linda, Valentina, Barbara, Valentina, Aurora, Manuela, Alice, Martina, Annamaria, Cristiana, Valentina, Ilaria, Daniela e Stefania.

Scusateci se vi obbiamo offeso parlando solo del vostro corpo e non delle vostre qualità di calciatrici, bollato come donne a metà ed etichettato come “quattro lesbiche“, aggredito in campo come “brutta” e “culona” e fuori dal campo con frasi come “andate a cucinare” e “tornate a pulire“. Scusateci per la nostra ignoranza, per la nostra violenza e per la nostra tracotanza, perchè sono tutte il sintomo di un unico grande male: la paura che voi possiate sentirvi realizzate, libere e felici e perchè no, anche vincenti, in quello che sarebbe un regno esclusivamente dei maschi. Ora che avete mostrato come anche l’altra metà del calcio può emozionare, coinvolgere e vincere, tutto sarà più facile. Ve lo auguro. Me lo auguro.

Published by
Stefano Pellone