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Le “7 marce”, Gp Austria – Ora basta, Formula 1! Servono poche ma chiare regole

Gran Premio dell’Austria, 9/a tappa del Mondiale di Formula 1 2019. Analizziamo quanto accaduto sul circuito dello Spielberg con la nostra monoposto fornita di un cambio vintage ma potente a “7 marce”.

Viaggia in 7/a marcia, Max Verstappen – La Prestazione. Non perfetta, perché l’olandese ha installato l’anti stallo in partenza sulla sua Red Bull ed è finito risucchiato nel gruppo, ma quella che ci voleva. Frutto di un mix di cattiveria agonistica (la rimonta iniziale e il tanto contestato sorpasso vincente su Leclerc), sagacia nella gestione delle gomme e strategia di squadra, come la qualifica con le medie e non con le soft al sabato pomeriggio. Ci voleva la Prestazione con la P maiuscola – e non è retorica, ma una semplice osservazione – per porre un freno al filotto Mercedes e Max Verstappen questa Prestazione l’ha tirata fuori. Quindi, complimenti a lui.

Viaggia in 6/a marcia, Charles Leclerc – L’unico suo difetto? Vero, gli manca sempre un soldo per fare una lira, ossia per vincere la sua prima gara in Formula 1. Ma sempre per colpe non sue. In Bahrain, nulla da fare per un problema tecnico, ieri a causa della strategia Ferrari di qualificarsi il sabato con le soft e non con le medie. Situazione che lo ha costretto a percorrere gli ultimi giri di corsa con le gomme a terra. Ma, per il resto, nulla da rimproverarsi. Solo questione di tempo, il successo arriverà.

Viaggia in 5/a marcia, la McLaren – Ok, Lando Norris sta stupendo tutti. E anche in Austria ha detto la sua, con il quarto posto in qualifica e il sesto in gara, dopo aver battagliato in partenza persino con Hamilton e Vettel. Ma anche la rimonta di Sainz dall’ultimo posto in griglia all’ottavo in corsa, è degno di nota. A significare che la Signora di Woking è davvero tornata. Non può competere per la vittoria, ma perlomeno le posizioni di fondo gruppo dovrebbero essere al momento diventate solo un ricordo.

Viaggia in 4/a marcia, la Sauber-Alfa Romeo – Continuano i progressi della scuderia svizzera con sponsor e nome dato dalla storica Casa automobilistica del Biscione. Dall’Austria, le vetture italo-elvetiche tornano entrambe a punti, con Räikkönen e Giovinazzi (a proposito, complimenti all’azzurro per il suo primo punto mondiale). Forse si poteva gestire meglio la rimonta di Sainz, ma va bene anche così. Adesso occorre solo continuità.

Viaggia in 3/a marcia, la Toro Rosso – Dopo la Francia, anche l’Austria è avara di soddisfazioni per la scuderia di Faenza. Sia Albon che Kvyat non vanno oltre il taglio della prima qualifica e per la seconda volta sono lontani dalla zona punti e, soprattutto, lontano dalle prestazioni delle scuderie del centro gruppo come McLaren, Renault e Alfa-Sauber. Urge un’inversione di tendenza per poter tornare a un minimo di competitività.

Viaggia in 2/a marcia, la Ferrari – D’accordo, il sorpasso di Verstappen è al limite ma se vogliamo che la Formula 1 torni a essere spettacolare ai piloti va concessa la possibilità di lottare. Quindi, questa non può essere una giustificazione al mancato successo. Perché la gara è stata persa dalla Rossa al sabato. Con i problemi avuti da Vettel che non ha potuto competere per le prime posizioni in griglia. E con quella Q2 con le gomme soft, che ha costretto le Ferrari a partire con quella tipologia di pneumatici. Facendo così rimanere Leclerc quasi con le tele nel finale di gara.

Viaggia in 1/a marcia, la Formula 1 – Ora basta! Le regole in uno sport devono essere chiare e uniformi. Ricciardo costringe Norris ad andare fuori pista in Francia e viene penalizzato. Verstappen fa lo stesso con Leclerc in Austria e la vittoria viene confermata. Ed è giusto, perché non esiste Formula 1 senza battaglie tra i piloti. Ma, dannazione, ci vuole uniformità di giudizio. Perché uno sport senza uniformità di giudizio perde automaticamente di credibilità. Quindi, poche regole ma chiare e comprensibili a tutti. Non c’è più da aspettare, c’è una Formula 1 da salvare.