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Zbinden al Basilea: continuità e innovazione

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Nessuno l’avrebbe detto, pochi giorni fa, che a Basilea Koller avrebbe vinto il braccio di ferro con Streller. Il potentissimo direttore sportivo, sostenuto da larga parte della tifoseria, da tempo aveva espresso molti dubbi sul tecnico, nonostante i buoni risultati primaverili (un girone di ritorno quasi al livello dello YB e vittoria della Coppa svizzera).

L’ex centravanti dei rossoblù è invece stato messo in minoranza dalla proprietà e, alla fine, è stato costretto al passo indietro. Incompatibile, ormai, la sua convivenza con il tecnico, dopo le critiche venute quest’autunno e la freddezza dimostrata nel corso dell’intera stagione. Con Zbinden, annunciato venerdì (come vi abbiamo comunicato via Twitter), la proprietà ha fatto una scelta molto pragmatica. Il dirigente è stato, in questi anni, responsabile dell’attività di ricerca dei nuovi talenti: lo stesso Streller venne scoperto dal sessantenne, ex giocatore nella compagine renana negli anni ’80, come ci ha ricordato il Blick.

Zbinden non è uomo da uffici: è sempre stato in giro per i campi della provincia elvetica (e non solo), a caccia di talenti. Tra gli altri, oltre a Streller, ha portato in Svizzera Delgado, uno che ha fatto la storia recente del club. Un personaggio, insomma, che ha sempre lavorato molto, anche se ha sempre preferito farlo in silenzio e lontano dai riflettori. Una scelta interna, un personaggio attaccato ai colori rossoblù, uno che non si dovrebbe trovare i tifosi contro: anche questo, un aspetto studiato con attenzione. Tra l’altro, la sua grande rete di conoscenze nel calcio minore, che ha creato per tenere d’occhio il movimento giovanile elvetico, ovviamente rimarrà, restando il cuore del progetto del nuovo Basilea, che vuole tornare ai vertici attraverso il reclutamento di giovani interessanti da lanciare.

Ovviamente, si tratta di una cosa che vogliono fare un po’ tutti. Tuttavia, la compagine renana ha dalla sua un budget più ricco e un palcoscenico più prestigioso rispetto a buona parte della concorrenza: e, per primeggiare nel campionato svizzero, non servono talenti straordinari ma un collettivo formato da buoni giocatori i quali, magari, possono approdare nei campionati continentali più importanti, a cifre interessanti per queste latitudini. Il destino, in fondo, di tanti giocatori passati da queste parti: pensiamo a Salah, Shaqiri, Granit Xhaka, Elneny (per citarne alcuni).

La promozione di Zbinden ha comunque messo la parla fine a una situazione insidiosa, che durava ormai da qualche giorno, e che il presidente Burgener ha saputo, tutto sommato, gestire abbastanza bene. Nella conferenza stampa della scorsa settimana, infatti, il massimo dirigente e il CEO Roland Heri hanno dovuto affrontare una stampa piuttosto agitata. Tutti si aspettavano l’arrivo, in riva al Reno, di Patrick Rahmen, artefice della bellissima stagione dell’Aarau in Challenge League. I soliti bene informati raccontavano che Koller avesse già liberato armadietti e ufficio, e questo è stato confermato dal tecnico ai media.

Non si sa cosa sia accaduto dopo: di fatto, il direttore sportivo è stato sconfessato. A quel punto, le dimissioni sono state inevitabili. Il presidente, a tale proposito, ha opposto la riservatezza: “Il Basilea viene prima di tutto”. Nei fatti, Koller è stato riconfermato, e proverà a riportare il Basilea in vetta al campionato svizzero.

Per la dirigenza, una grande scommessa. Si sa che una parte dello spogliatoio era con Streller il quale, come sappiamo, gode dell’appoggio di una larga parte dei tifosi. C’è un solo modo di ricompattare l’ambiente: con i risultati. Il Basilea riparte da un secondo posto, a distanze siderali da uno Young Boys che si è sempre dimostrato superiore. Certo, c’è stata la vittoria della Coppa svizzera, e un buon girone di ritorno: ma la bilancia pende decisamente verso Berna. I tifosi, per adesso, guardano con stupore tutta la situazione: ma, come sempre, a parlare sarà il pallone, con il suo linguaggio universale. E le sentenze che emetterà, saranno inappellabili, e decreteranno il successo o il fallimento di queste scelte.

Ora, la sfida sarà tutta sui giovani, e sui nuovi equilibri. Lo Young Boys ha fatto partire alcuni pezzi importanti (Mbabu su tutti), ma proverà a rimanere in vetta con alcuni innesti mirati (uno, Sierro, è arrivato da pochi giorni, come vi abbiamo annunciato via Twitter) e lanciando alcuni giovani interessanti. Del resto, Seoane è un tecnico abituato a lavorare coi giocatori da far crescere, e ha dimostrato, lo scorso anno, di avere anche il giusto pragmatismo tattico per fare bene.

Molto dipenderà dall’esito dei preliminari di Champions: accedere alla fase a gironi della massima competizione europea consentirà, al club bernese, di poter beneficiare di cifre considerevoli che, in questi tornei, fanno la differenza. D’altro canto, anche se il percorso sarà più difficile (avranno due turni in più, e partiranno subito in salita, contro il PSV), ci sperano anche a Basilea. Il grande duello del calcio svizzero, quindi, è ai nastri di partenza, per una stagione che sarà tutta da gustare.