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De Laurentiis e le dichiarazioni boomerang

Di presidenti e patron dal carattere non semplice, la storia del calcio italiano ne è piena. Dai “mangia allenatori” a quelli dalla parolaccia facile, da quelli dalla protesta continua a quelli con le manie di grandezza. Dallo spopolare delle pay tv in poi, con i loro sostanziosi diritti in svariati milioni di euro e con visibilità decuplicata per gli addetti ai lavori, le strategie di comunicazione hanno preso piede e hanno modellato, modificandoli, modi e luoghi per rilasciare le giuste dichiarazioni.

Di certo, però, hanno potuto poco con personaggi del calibro di Zamparini, Lotito, Ferrero e De Laurentiis. Il presidente del Napoli non è nuovo a uscite poco ragionate, fatte di pancia e che, in qualche modo, gli si ritorcono contro. A distanza di anni qualche sassolino dalla scarpa riesce a toglierselo, vedi la vicenda Platini (che resta comunque soltanto indagato e non ancora condannato) ma nella maggior parte dei casi le sue dichiarazioni hanno una cassa di risonanza tanto vasta quanto critica nei suoi confronti. E non solo tra i tifosi di altre squadre ma tra gli stessi sostenitori del Napoli.

Hanno fatto molto rumore le sue sfuriate in Lega, i suoi progetti fantasiosi in conferenza stampa nei vari dopo partita, le sue battute al vetriolo su altre squadre (Frosinone in primis) e sui suoi tesserati in odore di trasferimento. Non hanno convinto né allora né adesso le battute sulle campagne acquisti estive e invernali del tipo “Sono io il vostro Cavani” oppure “Siamo primi in classifica, non abbiamo bisogno di completare la squadra“. Ma ciò che ha sempre destato sospetto sulla fugacità delle sue impressioni sono le dimostrazioni infinite di affetto e stima verso determinati allenatori o giocatori, pronte a essere revisionate di netto dopo appena qualche settimana o mese.

Il suo indice di gradimento nel capoluogo campano è in continuo calo ma sembra che ogni qualvolta la piazza si riavvicini, è lui stesso a ricacciare via l’affetto e una stima quanto meno in fase di accrescimento. A spiegare bene il tutto basterebbe rivivere le ultime 48 ore. Appena dopo un giorno in cui i tifosi sognavano l’accoppiata vincente del mercato estivo formata da James Rodríguez e Manolas, sono arrivate le parole al vetriolo del presidente partenopeo sia sul colombiano come “regalo ad Ancelotti” sia sul greco indicato come possibile portatore di rogne nello spogliatoio e dall’età ormai abbastanza avanzata per un investimento importante, invitando la Roma ad abbassare le pretese in quanto Manolas rischia di essere un “vuoto a perdere impossibile da rivendere in futuro“. A Napoli sono abituati a queste dichiarazioni, che spesso significano divorzio piuttosto che obiettivo mancato di mercato. Ma soprattutto ricacciano indietro sogni e speranze di rafforzamento. A proposito di divorzi, su Albiol il patron partenopeo non si è risparmiato, come già accaduto con altre cessioni importanti: “Vista la sua età, se vuole andar via mi fa solo una cortesia”. Non si può dire si tratti di un addio pacato, eppure il quasi 34enne difensore spagnolo ha dato tanto alla causa azzurra, padrone e regista della linea arretrata nelle ultime sei stagioni. Dicendola alla Benítez “Ci può stare …che voglia tornare in Spagna per chiudere la carriera“. Ma De Laurentiis è fatto così, prendere o lasciare, non ci sono vie di mezzo.