Vi è una sola, importante e significativa notizia scaturita fuori dal Gran Premio di Spagna, 6/a tappa del Mondiale SBK 2019, sul circuito di Jerez. Ed è la seguente: Alvaro Bautista e Jonathan Rea non sono “marziani della moto”, sono umani. E, conseguentemente, possono sbagliare.
Sembrava per Bautista il “solito” fine settimana da dominatore. Lo è stato per due terzi. Il ducatista ha vinto senza problemi sia gara-1 che quella Superpole, ma alla seconda curva di gara-2 l’anteriore della sua Panigale lo ha tradito, disarcionandolo. Uno “0” in classifica che nulla toglie al dominio di Bautista nel Mondiale ma che lo ha reso più “umano” agli occhi degli appassionati. E, forse, anche un tantinello più simpatico (sebbene non è certo una colpa quella di vincere, ma un grandissimo merito ovviamente, meglio ribadirlo a scanso di equivoci).
Come umano è tornato a essere Johnny Rea. Il nordirlandese della Kawasaki era atteso in questo fine settimana alla conferma di quanto aveva fatto vedere a Imola, dove era stato in grado di battere Bautista sia in gara-1 che in Superpole. Quindi, già un livello di pressione in più del solito. Diventato vero e proprio nervosismo quando Rea ha capito, dopo poche curve di gara-1, che quanto accaduto sul Santerno sarebbe stata per lui solo una parentesi.
Un nervosismo che ha contribuito a costruire il fattaccio dell’ultima curva in gara-1, con Rea che ha steso Lowes tentando di entrare laddove non c’era spazio e che ha portato alla giusta retrocessione al quarto posto. E che lo ha reso “inappetente” in gara-2. Con Bautista fuori dai giochi, tutti avremmo scommesso sulla vittoria di Rea. Invece, il nordirlandese è giunto “solo” secondo, dovendo arrendersi a uno splendido Van der Mark che ha riportato la Yamaha sul gradino più alto del podio.
Bautista e Rea più “umani”, quindi. Chissà se a Misano, circuito sede della 7/a tappa del Mondiale SBK 2019 il 22 e il 23 giugno, questo ritorno sulla Terra continuerà oppure i due “marziani” torneranno sull’astronave.