“Una vita da mediano” cantava Luciano Ligabue citando Oriali come testimonial perfetto per chi non avendo piedi fatati, aveva altre doti come corsa e polmoni per riuscire comunque a vincere. Ecco, Danilo Petrucci è il mediano della MotoGP: il pilota che fa sempre il suo dovere da buon compagno di squadra e che finalmente domenica al Mugello ha trovato la sua prima vittoria nel Motomondiale.
A 28 anni e dopo 124 gare disputate il pilota della Ducati ha coronato il suo sogno e per non farsi mancare niente ha deciso di fare le cose in grande: trionfare nel gran premio di casa davanti a Marc Márquez e Andrea Dovizioso al termine di 23 giri di pura adrenalina tra sorpassi e controsorpassi. Le lacrime a fine gara e il bagno di folla ai piedi del podio sono l’emblema perfetto di quanto il ternano sia nei cuori di tutti gli appassionati: con Valentino Rossi incappato in un pessimo weekend e alla fine caduto a metà gara, un italiano è riuscito comunque a infiammare tutti i tifosi presenti sulle colline toscane.
Otto podi in carriera, di cui l’ultimo tre domeniche fa a Le Mans, non danno il giusto risalto alla bravura di Petrucci che ha passato sette anni in scuderie satelliti prima del grande salto sulla Ducati ufficiale arrivato proprio quest’anno a fianco di Dovizioso. Entrato a far parte delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, Danilo non ha fatto la classica gavetta in Moto2 e Moto3, ma dopo aver vinto nel 2011 il titolo di Campione italiano Stock 1000 e di vicecampione del Mondo Stock 1000 è passato direttamente in sella a un bolide della MotoGP.
Sempre garbato e mai fuori dagli schemi, sia in pista che nella vita di tutti i giorni, Petrucci si è guadagnato il rispetto di avversari e tifosi svolgendo sempre al massimo il proprio lavoro: la sua Ducati numero nove sta piano piano prendendo forma e una volta trovato il giusto feelling siamo sicuri che arriveranno altre gare e altre vittorie come quella del Mugello.
Perché se c’è un pilota che si merita un futuro vincente quello è Danilo Petrucci, il mediano della MotoGP che senza lo spunto della punta né del 10 ha costruito un’intera carriera alla ricerca del sogno Mondiale.