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ILigal: la Spagna scopre il fango del calcioscommesse (e come funziona questo sistema)

Il risveglio di ieri mattina dei tifosi spagnoli è stato diverso, traumatico, senza precedenti nella propria storia. Mentre i giornali e le televisioni di tutto il mondo, alle prime luci del giorno, riportavano la clamorosa notizia di un improvviso blitz della polizia per arrestare giocatori in attività o passati e dirigenti, nomi e volti noti in patria insomma, la Spagna intera ha cominciato lentamente a rendersi conto di quello che stava succedendo: il proprio, amato calcio era finito nel fango del calcioscommesse.

L’operazione Oikos, scattata di prima mattina, ha immediatamente posto sotto detenzione i principali indagati, 11 per la precisione, di un’indagine che andava avanti ormai da un anno, monitorando quanto accadeva nelle prime tre serie del calcio spagnolo. Ed è bastato poco per scoprire i nomi, persino i ruoli di questi protagonisti di questa oscura vicenda. Dall’ex Real Madrid Raul Bravo, ritenuto il capo dell’organizzazione, a diversi calciatori piuttosto noti, come Borja Fernandez, Carlos Aranda ex del Siviglia, compagni di Bravo ai tempi del Real Madrid Castilla a inizi 2000, Inigo Lopez del Deportivo, Samu Saiz del Getafe, fino ad arrivare ad Augustin Lasaosa, presidente dell’Huesca appena retrocesso, assieme al responsabile dello staff medico Juan Carlos Galindo.

Le accuse sono pesanti, degne di un’organizzazione criminale come quelle che, qualche anno fa, misero le mani su diverse partite di Serie A, B e C nel nostro Paese: associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro. E il sistema è sempre il medesimo, con i responsabili di questo giro di denaro che scommettono su gare di ogni divisione, dalla Liga fino alle serie più basse e addirittura alle amichevoli.

La macchina funziona con i soliti processi: si selezionano le partite, preferibilmente all’inizio o alla fine del campionato; si puntano somme di denaro combinando risultati parziali e finali, gol, persino i calci d’angolo per garantire un notevole guadagno; si procede con un processo di reclutamento, fornendo una prima approssimazione delle possibili combinazioni a ogni membro della squadra, preferibilmente uno dei capitani; una volta accettato di truccare la gara, i responsabili dell’organizzazione effettuavano il pagamento in liquidi in due fasi, uno prima dell’incontro e un altro una volta realizzato il risultato stabilito.

La Polizia, per il momento, ha confermato di aver messo sotto indagine gare di Tercera Division (il sospetto ricade su Carinena-Sarinena del 2017/2018), Segunda Division (Huesca-Nàstic de Tarragona della 41/a giornata 2017/2018, sospetta per l’inusuale quantità  di puntate quattordici volte superiori alla norma e considerata la gara che fece scattare l’operazione) e persino di Liga. La Polizia non ha reso note le gare sospette, ma ci hanno pensato i giornali a mettere in serio dubbio la regolarità di almeno tre gare giocate soltanto qualche settimana fa: Betis-Huesca 2-1, Huesca-Valencia 2-6 e Valladolid-Valencia 0-2.

Quest’ultima, disputata appena 11 giorni fa, è effettivamente la più sospetta di tutti. Da una parte  un Valencia bisognoso di vincere per andare in Champions League, dall’altra un Valladolid già salvo da una settimana. E, in questo contesto, sarebbe entrato in gioco in maniera evidente il capitano dei padroni di casa Borja Fernandez, che ha pensato di rovinare la sua ultima partita in carriera ricevendo denaro dall’organizzazione criminale per convincere, in cambio, alcuni suoi compagni a realizzare il risultato stabilito, calci di rigore, calci d’angolo ecc.. I due gol valenciani, d’altro canto, nascono da errori molto evidenti della difesa del Valladolid, quasi sovrapponibili a quelli commessi dai giocatori inquisiti nel nostro calcioscommesse (vedere per credere).

Anche per la Spagna, comincia così il calvario della ricerca della verità, dei processi, delle squalifiche e delle sanzioni alle società. Un iter lungo, ma più che mai necessario per contrastare queste organizzazioni che agiscono a livello locale, pur rimanendo spesso legate a gruppi ancora più grossi che muovono denaro in tutto il mondo. Era stato così da noi, potrebbe esserlo anche per gli spagnoli. E da ora, anche per loro, sarà difficile tornare a vedere il calcio con la stessa fiducia di prima.