Manca sempre meno al via dei Mondiali Femminili di Francia 2019 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 24 protagoniste dell’evento più atteso per il calcio in rosa: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca alla Nuova Zelanda.
PRECEDENTI NEI MONDIALI – La Nazionale Femminile della Nuova Zelanda, guidata dal tecnico scozzese Tom Sermanni, è alla quinta partecipazione alla fase finale di un Mondiale, anche se non è mai andata oltre la fase a gironi. Al 20esimo posto del FIFA/Coca-Cola Women’s World Ranking e campionessa della Coppa delle Nazioni Oceaniche Femminile, nella scorsa edizione in Canada le neozelandesi finirono all’ultimo posto nel Girone A con due pareggi contro Canada e Cina e una sconfitta contro l’Olanda.
IL PERCORSO VERSO FRANCIA 2019 – La Nuova Zelanda è stata l’unica nazionale dell’OFC a essersi qualificata a Francia 2019. Il percorso delle neozelandesi è stato praticamente netto: le Football Ferns non hanno mai perso un incontro e mai subito un gol, concludendo con ben 43 reti all’attivo e battendo in finale le Figi per 8-0. La capocannoniera della squadra è stata Sarah Joelle Gregorius, attaccante del Capital Football che ha messo a segno ben otto reti.
DIFESA – Data per certa la presenza in porta di Erin Nayler, in forza al Bordeaux, la difesa si schiera a quattro: Ria Percival del West Ham, il capitano Ali Riley del Chelsea, Rebekah Stott che milita nell’Avaldsnes e la 22enne Meikayla Moore, in forza al Duisburg, che ha scalzato al momento Abby Erceg.
CENTROCAMPO – Anche il centrocampo è a quattro ed è guidato dalla 27enne Annalie Longo che gioca in patria. Sue compagne di reparto sono la 28enne Betsy Hassett che milita nel KR Reykjavík, la 25enne Katie Bowen che gioca nello Utah Royals e la decana Katie Duncan. Non essendo stata convocata Katie Rood, il primo rincalzo sarà quasi sicuramente la 21enne Paige Satchell.
ATTACCO – La formazione schiera solo due punte: una è sicuramente Sarah Gregorius, l’eroina delle qualificazioni, l’altra è, con molte probabilità Rosie White, anche se ci sarà bagarre tra lei e Hannah Wilkinson per accaparrarsi una maglia.
IL COMMISSARIO TECNICO – Lo scozzese Thomas Dorby Sermanni è quello che si dice un allenatore a tempo: ingaggiato il 26 ottobre 2018 e con il contratto in scadenza alla fine dei Mondiali, ha già esperienze pregresse di calcio femminile, avendo allenato sia la nazionale Australiana che quella degli Stati Uniti e del Canada in passato (ma in questo ultimo caso solo come assistente allenatore). Sarà il suo quarto mondiale da allenatore, dopo i tre vissuti con l’Australia.
LA STELLA – Pochi dubbi, stiamo parlando di Sarah Gregorius: attaccante che ha debuttato nella vittoria per 14-0 del 29 settembre 2010 contro Vanuatu nella Coppa delle Nazioni Oceaniche e da lì ha inenallato 91 presenze in nazionale con 33 reti. Dopo aver vinto nel 2013 il titolo della WSL con il Liverpool, attualmente milita nella squadra giapponese del AS Elfen Saitama.
PUNTI DI DEBOLEZZA – Fortissima contro le altre nazionali del suo continente ma debole contro le altre: la Nuova Zelanda al femminile si puà riassumere così. Ha vinto per ben 5 volte consecutive la Coppa delle Nazioni Oceaniche Femminile ma ai Mondiali ha sempre stentato, soprattutto in fase offensiva, dove ha totalizzato solo sette gol segnati e ben 29 subiti. Uno score che le Football Ferns puntano ad invertire anche grazie a un rinato parco attaccanti.
FORMAZIONE TIPO – (4-4-2): Nayler; Percival, Riley, Stott, Moore (Erceg); Longo, Hassett, Bowen, Duncan (Satchell); Gregorius, White (Wilkinson).
OBIETTIVI E PROSPETTIVE – La Nazionale neozelandese non viene da esperienze felici negli scorsi mondiali e non crediamo si possano migliorare ulteriormente le prestazioni fin qui acquisite: le Ferns scontano il peccato originale di avere poche giocatrici che militano in squadre estere e di respiro internazionale e in più sono capitate in un girone di ferro come il Girone E, dove si troveranno come avversarie Canada, Camerun e Olanda. Diventa difficile pensare che superino la fase a gironi.