Home » Verso Francia 2019 – Le cannoniere dei Mondiali

Le attaccanti che partecipano a un campionato del mondo si dividono in due categorie. Alcune sono già affermate, conosciute in tutto il mondo per la loro prolificità in zona gol e approfittano dell’occasione iridata per far brillare ulteriormente la loro stella e da loro, giocoforza, ci si aspetta un Mondiale da protagonisti. L’altra categoria di attaccanti è composta da tutte le altre: quelle poco reclamizzate, quelle in rampa di lancio, quelle che non ti aspetti perché giocano in squadre non in lizza per la vittoria finale. Nelle sue sette edizioni la Coppa del Mondo Femminile ha messo in luce tanti talenti, tante campionesse, ma anche alcune bomber che si sono rivelate poi meteore.

1991-1995: GLI ANNI DEGLI INIZI – Il primo campionato mondiale femminile, ai suoi albori nel lontano 1991, vedeva in gara solo dodici squadre e nella sua prima edizione, a laurearsi capocannoniera con 10 reti, fu Michelle Akers, attaccante di quegli Stati Uniti padroni di casa e guidati da Anson Dorrance che portarono a casa anche il Pallone d’oro con un’altra giocatrice a stelle e strisce, Carin Jennings. L’edizione dopo, quella del 1995 giocata in Svezia, vide invece emergere con 7 reti Ann Kristin “Anka” Aarønes, attaccante della Norvegia di Even Pellerud che si laureò campione del mondo in finale contro la Germania, Norvegia che vide anche Hege Riise vincere il Pallone d’Oro. La Aarønes, dopo la vittoria, rimase in patria a giocare con il Trøndheim e solo nel finale di carriera tentò l’avventura americana ma con scarso successo.

1999-2003: LA SORPRESA E LA CAMPIONESSA – L’edizione del 1999. giocata di nuovo negli Stati Uniti, vide le americane di Tony Dicicco vincere solo ai rigori contro una sorprendentissima Cina. Le cinesi portarono a casa il titolo come migliore marcatrice del torneo e il Pallone d’Oro con l’attaccante Sun Wen, che segnò sette reti così come Sisleide do Amor Lima, detta Sissi, centrocampista offensiva del Brasile che si classificò terzo battendo, anche lui ai rigori, la Norvegia. Anche l’edizione successiva, quella del 2003, venne giocata in terra statunitense ma questa volta fu una fortissima Germania, guidata da Tina Theune-Meyer, ad aggiudicarsi il titolo battendo in finale la Svezia con il golden goal di Künzer al 98′: quell’anno fu doppietta per Birgit Prinz, stella dell’1. FFC Francoforte che si aggiudicò titolo di capocannoniere e Pallone d’Oro con le sue sette reti. Curiosità, Luciano Gaucci, presidente del Perugia, nel 2002 si interessò a lei e voleva farla diventare la prima donna in grado di esordire in un campionato professionistico di soli uomini.

2007-2011: TEMPO DI LEGGENDE  – La Coppa del Mondo Femminile del 2007 questa volta fa tappa in Cina e consolida il regno della Germania, che vincerà anche questa edizione. Incredibilmente, però, nessuna giocatrice tedesca vincerà il titolo di capocannoniera, che invece va a una leggenda del calcio femminile, Marta Vieira da Silva, più semplicemente conosciuta come Marta, per molti addetti ai lavori la migliore calciatrice femminile del mondo. Le sue sette reti, però, non bastano al Brasile per evitare la sconfitta da parte di una Germania solida guidata da Silvia Neid: Marta si consolerà vincendo anche il Pallone D’Oro. Nell’edizione 2011 in Germania è invece la Nadeshiko Japan di Norio Sasaki, la corazzata giapponese a vincere il torneo, battendo gli Stati Uniti ai rigori e potendo schierare un’altra leggenda del calcio femminile, l’attaccante Homare Sawa, che insieme a Formiga del Brasile detiene il record per il maggior numero di Campionati Mondiali Femminili disputati, sei in tutto, e che vincerà anche il Pallone D’Oro grazie alle cinque reti segnate nel Mondiale.

2015: UNA POLTRONA PER DUE – L’ultima edizione della Coppa del Mondo Femminile si disputa in Canada e vede una finale ricca di gol ed emozioni, con gli Stati Uniti di Jillian Ellis che battono per 5-2 il Giappone. Le americane possono contare sui sei gol della centrocampista Carli Lloyd, ma il titolo di capocannoniera va in coabitazione con Célia Šašić, attaccante tedesca che vincerà la Scarpa d’Oro, mentre all’americana andrà il Pallone d’Oro.