Lo sport è bellissimo in senso assoluto. Lo è ancora di più quando rispecchia il ruolo di metafora della vita. Come è accaduto lo scorso fine settimana al circuito “Enzo e Dino Ferrari” di Imola, teatro della 5/a tappa del Mondiale SBK 2019.
Una rassegna iridata che fino al Santerno ha avuto come unico padrone lo spagnolo Alvaro Bautista su Ducati, vincitore di undici gare su undici. E tutti si aspettavano che, nella gara di casa per la scuderia di Borgo Panigale, il copione sarebbe stato lo stesso. Invece, Imola, da brava pista che sa esaltare le qualità di guida dei centauri, ha momentaneamente ribaltato le gerarchie.
Dopo aver provato sulla propria pelle cosa significa stare a inseguire, Jonathan Rea ha tirato fuori gli artigli del campione ed è tornato a essere il martello che tutti noi conoscevamo. In gara-1 e nella Superpole Race, il nordirlandese della Kawasaki ha salutato tutti fin dalla partenza, imponendosi con autorità e costringendo Bautista rispettivamente a un secondo posto e terzo posto. E buon per lo spagnolo della Ducati che la pioggia ha indirizzato gli organizzatori all’annullamento di gara-2, poiché quasi sicuramente Rea avrebbe fatto tripletta. E che peccato quel problema tecnico capitato subito al via all’altro ducatista Chaz Davies, autore della pole position, altrimenti un duello tra l’inglese e Rea sarebbe stato pressoché certo.
Un duello che è durato un giro nella Superpole Race, con Rea che ha subito infilato Davies e si è involato verso la vittoria, mentre Chaz ha quantomeno portato a casa la piazza d’onore. Plauso anche al turco Razgatlioglu, ottimo terzo in gara-1 con la Kawasaki privata del team Puccetti Racing dopo aver fatto suo il duello con Van der Mark su Yamaha.
Come accade nella vita, quindi, lo sport sa stupirti. Tutti si attendevano Bautista, è arrivato Rea. A Jerez vedremo se si è trattato solo di un episodio o questa SBK è tutt’altro da essere chiusa.