Il ruggito di Tiger
Non si è esaurito ancora l’eco della straordinaria vittoria ai Masters all’Augusta National Golf Club, in Georgia, di Tiger Woods, che torna a un successo da protagonista dopo la vittoria lo scorso anno al Tour Championship di Atlanta davanti a Billy Horschel. E ora arrivano anche i riconoscimenti e le medaglie. È infatti di poche ore fa la notizia che il 6 maggio la Casa Bianca gli conferirà la Presidential Medal of Freedom (la massima decorazione Usa insieme alla medaglia d’oro del Congresso) proprio al golfista nato da padre afroamericano, Earl, e da mamma thailandese, Kultida. Woods diventerà il quarto golfista a ricevere l’onorificenza dopo Jack Nicklaus, Arnold Palmer e Charlie Sifford.
La vittoria del Masters, con Tiger che non vinceva il Masters dal 2005 e un Major (U.S. Open del 2008) da undici anni, porta Woods a conquistare la sua quinta Giacca Verde e a portarsi a un solo successo da una autentica leggenda del circuito, il grande Jack Nicklaus, da cui dista solo tre torni vinti nel Grande Slam. E davvero in pochi pensavano a questa rinascita di Tiger, dato che il golfista statunitense era letteralmente sparito dai radar dal lontano 2014, quando tre interventi chirurgici alla schiena ne avevano minato la carriera.
Tiger era tornato definitivamente al Farmer Insurance Open di San Diego il 28 gennaio 2018, dove aveva conquistato la 23esima posizione, poi c’era stata la sua prima vittoria sul Pga ad Atlanta nel settembre scorso. E ora la vittoria al Masters che l’ha visto contrapposto al nostro Francesco Molinari, che, dopo un duello esaltante interrotto da due doppi errori, con due palle in buca è precipitato in quinta posizione, di gran lunga il suo miglior piazzamento qui ad Augusta. Intanto, Tiger con birdie alla 15 e alla 16 prende il largo e vince con un -14 finale e due colpi di vantaggio su l’ex numero uno del mondo Dustin Johnson, il tre volte campione di un Major Brooks Koepka e Xander Schauffele.
Questa vittoria è uno spartiacque e un momento incredibile per il golf in particolare e per lo sport in generale, come sottolinea Seth Waugh, CEO della PGA of America: “La vittoria al Masters Tournament di Tiger Woods, in termini d’impatto sul golf, è paragonabile a un atterraggio sulla luna. Dopo il successo di Augusta l’impatto è stato straordinario anche in termine di vendita dei biglietti. Ora sappiamo che i fan saranno ancora di più e per questo sport è davvero una notizia straordinaria”.
E l’incoronazione definitiva è arriva proprio da Jack Nicklaus: “Dopo aver visto Molinari mandare la palla in acqua alla buca 12 e Tiger mandarla sul green, ho subito pensato: il torneo è finito. Tiger è tornato in campo con l’intenzione di vincere e sapeva come giocare per riuscirci. In molti mi hanno chiesto se Woods avesse potuto vincere un altro major e io ho sempre risposto di sì, ma tutto dipende dalle condizioni di salute di Tiger: se lui è a posto, non avrà nulla di cui preoccuparsi. Lo sentivo da tempo e i due prossimi circuiti, il Bethpage e il Pebble Beach, sono percorsi che lo hanno già visto vincere”. Niente male per uno che diciassette mesi fa era fermo al mille-cento-novantanovesimo posto della classifica mondiale, no?.